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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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Brexit, ci siamo: i punti chiave dell'accordo

Il governo britannico (che perde i pezzi per le dimissioni di quattro ministri) dice sì alla bozza d'accordo sulla Brexit definita a Bruxelles. Quali sono a questo punto le prossime tappe?

La Brexit ora è più vicina. Il governo britannico dice sì alla bozza d'accordo sulla Brexit definita a Bruxelles. "Questa bozza d'accordo è il meglio che si potesse avere in questo negoziato. Dobbiamo decidere se portarlo avanti. La scelta è nostra" ha affermato la premier britannica Theresa May al termine della riunione di gabinetto. "La decisione collettiva è che il governo deve sostenere il progetto di accordo di uscita" dall'Unione Europea, ha detto May.

"Si è trattato di un dibattito appassionato", ha sottolineato ancora la premier britannica, spiegando che "la decisione verrà sottoposta a un attento esame". "Ci sono giorni difficili davanti a noi - ha avvertito - ma l'accordo è nell'interesse nazionale e mantiene la promessa del referendum". "Credo fermamente con la testa e il cuore che questa sia una decisione che è nell'interesse di tutto il Regno Unito", ha poi scandito May, non nascondendo che "la scelta di portare avanti questo accordo è difficile, soprattutto in relazione alla clausola di salvaguardia per l'Irlanda del Nord". Secondo la premier, tuttavia, "questo è un passo decisivo che ci permette di andare avanti e di finalizzare l'accordo nei prossimi giorni".

"Quando elimini i dettagli - ha rilevato - la scelta che abbiamo di fronte è chiara. Questo accordo esprime il voto del referendum, ci riporta al controllo dei nostri soldi, delle leggi e dei confini, pone fine alla libera circolazione, protegge i posti di lavoro, la sicurezza e la nostra unione". May difenderà questa bozza di accordo oggi e nei prossimi giorni in Parlamento. "Sono pronta a fare questo per il bene del nostro Paese. L'alternativa era ripartire da zero, con più divisioni, più incertezza e l'incapacità di esprimere il referendum", ha spiegato, mentre aumentano le voci nella maggioranza pronte a votare contro questo testo.

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Si dimettono i ministri

Tensione alle stelle nel governo May. A poche ore dal via libera all'intesa, arrivano le dimissioni del ministro per la Brexit Raab e del sottosegretario britannico per l'Irlanda del Nord, Shailesh Vara. Dimissioni anche per la sottosegretaria alla Brexit, Suella Braverman. Lascia l'incarico anche Esther McVey, ministro del Lavoro.

Raab, figura chiave nell'ultima fase dei negoziati e 'brexiteer' convinto, afferma di non poter "sostenere in buona coscienza i termini dell'accordo con l'Ue proposto". Nella sua lettera di dimissioni indirizzate alla premier Theresa May afferma di "comprendere" i motivi per i quali il governo abbia deciso a maggioranza di sposare la bozza d'intesa e di "rispettare il diverso punto di vista" espresso che ha spinto la premier e "altri colleghi" a dare il via libera al testo "in buona fede". Aggiunge di non poter accettare un accordo che a suo dire nella soluzione proposta per l'Irlanda del Nord rappresenta "una minaccia reale all'integrità del Regno Unito", né un meccanismo di "backstop indefinito". Raab - secondo ministro per la Brexit a lasciare in questi mesi dopo David Davis - non chiede le dimissioni di May. Ma il suo forfait significa comunque un colpo duro sia per il governo e per il contesto negoziale, mentre non si escludono ora possibili defezioni di altri ministri Tory dissidenti. 

Vara, sottosegretario al dicastero dell'Irlanda del Nord
 (junior minister nella definizione britannica) ha presentato le dimissioni "deplorando" la bozza, secondo lui "destinata a lasciare il Regno Unito a metà del guado".

Le prossime tappe della Brexit

L'accordo raggiunto con Londra sulla Brexit verrà firmato il prossimo 25 novembre. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, all'indomani dell'approvazione dell'intesa da parte del governo britannico: "Lasciatemi dire ai nostri amici britannici: sebbene io sia triste nel vedervi andare via, farò il possibile per rendere questo addio il meno doloroso possibile, sia per voi che per noi".

Il capo negoziatore dell'Ue per la Brexit, Michel Barnier, in conferenza stampa a Bruxelles ha spiegato che il Regno Unito "lascerà l'Ue il 29 marzo 2019, ma fino al 31 dicembre 2020 ci siamo messi d'accordo per mantenere la situazione attuale, per quanto riguarda l'unione doganale, il mercato unico e le politiche europee, con i loro diritti e i loro doveri. Questo permetterà ai cittadini, alle amministrazioni pubbliche e alle imprese di prepararsi e di adattarsi al cambiamento una volta sola, prima della messa in opera della relazione futura. Ci sarà la possibilità di estendere questo periodo di transizione una volta, per un periodo limitato, attraverso un accordo congiunto".

"Stasera, come negoziatore capo, considero che abbiamo fatto progressi decisivi" ha sottolineato Barnier, riferendo inoltre che è stata trovata "una soluzione per evitare un hard border, un confine fisico, sull'isola d'Irlanda". Poi, a chi in conferenza stampa gli chiedeva se ci sia la possibilità che l'accordo tra Ue e Gran Bretagna possa venire ulteriormente negoziato, ha risposto: "Le squadre dei negoziatori si sono prese le loro responsabilità. Il governo britannico si è assunto le proprie. Ora tutti, da entrambe le parti, devono assumersi le proprie responsabilità".

"Il peggior accordo della storia" ha commentato su Twitter l'europarlamentare euroscettico britannico Nigel Farage. Critica la premier scozzese Nicola Sturgeon, secondo la quale "l'accordo proposto sarebbe negativo per la Scozia, portandoci fuori da un mercato unico otto volte più grande del mercato del Regno Unito e ponendo un'enorme minaccia all'occupazione, agli investimenti e agli standard di vita". Se questo accordo venisse effettivamente respinto dal Parlamento, allora il governo del Regno Unito dovrebbe tornare al tavolo dei negoziati per garantirne uno migliore. "La nostra linea continua ad essere: adesione permanente al mercato unico e all'unione doganale", ha concluso la premier scozzese.

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I punti salienti dell'accordo

I punti salienti dell'accordo fra la Gran Bretagna e l'Ue sulla Brexit, come riassunti in un documento diffuso da Downing Street.

Diritti dei cittadini 

L'accordo protegge i diritti di oltre tre milioni di cittadini dell'Ue che vivono in Gran Bretagna e circa un milione di britannici che vivono nell'Ue.

Periodo di implementazione

Periodo limitato nel tempo che fornisce una transizione verso un nuovo rapporto e permette alle imprese di continuare ad operare come adesso fino alla fine del 2020.

Accordo finanziario 

Un accordo equo per i contribuenti britannici è stimato intorno ai 35-39 miliardi di sterline, ma dipende dall'approvazione di una piena dichiarazione politica.

Risoluzione delle dispute

Ogni disputa verrà esaminata da un comitato congiunto e in caso di mancato accordo da una commissione indipendente.

Brexit, il trionfo degli euroscettici

Fine del libero movimento delle persone 

Verrà introdotto un nuovo sistema di immigrazione basato sull'abilità e capacità personali.

Viaggi senza necessità di visto per attività commerciali temporanee e turismo.

Beni 

Sarà stabilita una zona di libero commercio e cooperazione senza dazi e quote.

Commercio 

Possibilità di firmare accordi commerciali in tutto il mondo.

Agricoltura 

La Gran Bretagna sarà esclusa dalla Politica agricola comune europea.

Energia 

Sì a meccanismi che assicurino scambi efficienti sulle infrastrutture elettriche e del gas che uniscono Gb ed Ue.

Sicurezza interna 

Cooperazione stretta globale e reciproca di polizia e giuridica, per garantire la sicurezza dei cittadini.

Politica Estera e difesa 

Una partnership stretta ma flessibile, che comprende la partecipazione della Gran Bretgana alle missioni dell'Ue da valutare caso per caso; consultazioni sulle sanzioni; scambio di informazioni ed intelligence.

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