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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Caccia al killer di Strasburgo, è allerta anche in Italia: "Armato e pericoloso"

La polizia francese ha invitato i cittadini a collaborare. Allerta in tutta l'area Schengen. Si cerca il 29enne Cherif Chekatt, sospettato di essere il responsabile dell'attentato di Strasburgo. I vicini: "Famiglia di brave persone, lui un asociale e criminale"

E' in corso una gigantesca caccia all'uomo in tutta Europa in seguito all'attacco avvenuto martedì sera in pieno centro a Strasburgo. Si cerca il 29enne Cherif Chekatt, sospettato di essere il responsabile dell'attentato. La polizia francese ha diffuso una sua foto, chiedendo a possibili testimoni informazioni per riuscire a trovarlo. Nel comunicato, richiesto dal Ministro degli Interni, si parla di un uomo di 29 anni con i capelli corti e possibilmente barbuto, un metro e 80, corporatura normale, con un segno sulla fronte. Cherif, nella nota di allerta per le ricerche del terrorista diramata anche in Italia, viene descritto come una "persona armata e pericolosa, potrebbe viaggiare a bordo di Ford Fiesta targata CX168FD". La nota di allerta, arrivata alle forze di polizia italiane, comprende anche una foto di Chekatt.

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La foto diffusa dalla polizia francese 

Strasburgo, chi sono le vittime e i feriti

Al momento il drammatico bilancio dell'attacco, come riferito dal procuratore di Parigi Remi Heitz, è di tre vittime, tra cui un 45enne francese e un turista thailandese della stessa età. Secondo quanto riferisce Le Parisien, uno era un cliente del ristorante La Stub, in rue de Samon, dove era andato a bere un aperitivo insieme alla moglie ed al figlio. Jonathan, cameriere del locale, ha raccontato che l'uomo ha pagato e poi è uscito, mentre la moglie e il figlio andavano in bagno. A quel punto è arrivato l'attentatore, che ha aperto il fuoco contro di lui, prima di fuggire, uccidendolo. Una seconda vittima identificata era a Strasburgo in vacanza con la moglie da lunedì e da giovedì avrebbero dovuto trasferirsi a Parigi. C'è, poi, una quarta persona in stato di morte cerebrale. I feriti sono 13, di cui 4 gravi. E' in coma il giovane giornalista radiofonico italiano Antonio Megalizzi.

Le quattro persone, fermate a Strasburgo, sono il padre, la madre e due fratelli di Cherif. Lo scrive Le Parisien, secondo cui uno dei due fratelli, di nome Sami, apparterebbe alla rete degli estremisti salafiti di Strasburgo. Alcuni testimoni hanno sentito urlare "Allah Akbar" durante l'attacco. Cherif Chekatt, avrebbe detto al conducente del taxi utilizzato per fuggire dal luogo dell'attacco di aver "ucciso per vendicare i fratelli morti" in Siria. Lo scrive oggi il quotidiano Le Parisien, secondo cui Chekatt ha lasciato libero il tassista solo dopo che l'uomo si è professato "musulmano praticante".

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Il profilo dell'attentatore

Emergono dettagli sul passato del killer. Il procuratore antiterrorismo ha detto che Cherif era già stato condannato "27 volte per reati comuni", commessi perlopiù in Francia, ma anche in Germania e Svizzera. L'uomo "era già stato in carcere più volte", era conosciuto "dal 2015" per la sua radicalizzazione e per questo era schedato "S" e monitorato dai servizi di intelligence francesi. La schedatura "S" indica i soggetti pericolosi per la sicurezza dello Stato. L'inchiesta, ha detto ancora Heitz, "è in corso. Dobbiamo localizzarlo, capire dov'è, il suo itinerario, identificare eventuali complici e coautori dell'atto". Nel corso della perquisizione nel domicilio di Cherif sono stati trovati una granata, un fucile calibro 12, quattro coltelli, di cui due da caccia, e diverse munizioni. In Svizzera, Cherif è stato in carcere a Basilea, ha spiegato la portavoce dell'Ufficio federale di polizia, Cathy Maret. Secondo il giornale Blick, l'uomo è stato condannato nel 2013 per furto con scasso a 18 mesi, 16 dei quali scontati in carcere.

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I vicini: "Cherif, asociale e criminale"

"Una specie di asociale, per lo più solitario". Così gli abitanti del quartiere popolare di Hohberg, nel distretto di Koenigshoffen a Strasburgo, descrivono l'autore dell'attentato al mercatino di Natale di Strasburgo. Oggi la strada dove abita era piena di uomini della Brigade de Recherche et d'Intervention, la BRI. Chérif, 29 anni, viveva in uno di questi monolocali, tutti identici. "Un tipo normale - ha raccontato Omar, che lo incontrava spesso -. Non era qui da molto tempo, lo vedevamo di tanto in tanto. Ci salutavamo. Niente di più". Come tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui, Omar vedeva Chérif come "un ragazzo discreto". "Così discreto che era strano", ha aggiunto Karim, 18 anni, che con l'attentatore frequentava la vicina moschea, ma si rifiuta di dire che se fosse un bravo credente.

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"Anche alla moschea, parlava con poche persone. Una sorta di asociale, stava soprattutto da solo", ricorda il giovane, che accetta di parlare solo per prendere le distanze da azioni come quelle commesse da Cherif: "Se lo ha fatto in nome dell'Islam, è di un Islam traviato che si tratta". "Ha sempre fatto qualche sciocchezza", denuncia Ahayoumen, una donna del quartiere che conosce i genitori dell'attentatore: "Una famiglia di lavoratori, brave persone, che non sapevano cosa fare con il loro figlio". Per Ahayoumen, tuttavia, non vi è dubbio che "era un criminale al 100%". "Ha iniziato con rapine e violenze. In seguito, ha fatto avanti e indietro con la prigione. Ma non ho mai pensato che sarebbe diventato un assassino". Come tutti i cittadini di Strasburgo, gli abitanti di Hohberg sono scioccati dalla tragedia. "Con la mia famiglia ci siamo chiamati per rassicurarci a vicenda - dice Lucas - Senza nemmeno pensare che uno dei nostri vicini avesse qualcosa a che fare con quello che è successo. Ho anche un amico che, scappando, si è trovato faccia a faccia con lui. Ha visto la sua arma. Lui l'ha guardato, poi è corso via".

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