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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Argentina, nazionalizzazione Ypf, Buenos Aires non pagherà il risarcimento

La compensazione chiesta dalla Repsol potrebbe superare i 10 miliardi di dollari, e l'Europa dichiara di sostenere la Spagna

Continua la saga della Repsol. Dopo che ieri la presidente argentina Cristina Kirchner ha annunciato la nazionalizzazione della Ypf, Buenos Aires ha dichiarato che non pagherà nessun tipo di risarcimento. La compagnia spagnola aveva fatto sapere  di voler chiedere una compensazione che potrebbe superare i 10 miliardi di dollari (più di 7 miliardi di euro), come riporta il quotidiano El Pais.


Axel Kicillof, viceministro dell’Economia argentino, ha dichiarato che non verrà pagato nessun risarcimento e che bisognerà rivedere “i dati relativi al vero valore della società”, aggiungendo che la Repsol avrebbe  tratto dalla Ypf “dei benefici estremamente grandi” e che “nessuno può dire che si stanno impossessando di qualcosa che era loro”.


In un’intervista rilasciata a Euronews, John Clancy, portavoce del Commissario Europeo al Commercio, ha ribadito il sostegno della Commissione alla Spagna, sottolineando che “l’azione intrapresa nei confronti della Repsol mina ... la stabilità che gli investitori stanno cercando”. “Vogliamo che sia chiaro a livello europeo che la Commissione appoggia completamente le preoccupazioni della Spagna. Abbiamo espresso queste preoccupazioni alle autorità argentine e continueremo a farlo” ha detto Clancy.


La Ypf venne infatti venduta negli anni Novanta da Buenos Aires a Madrid per far fronte alla crisi economica che aveva messo in ginocchio l’Argentina. Con l’arrivo al potere prima di Nestor Kirchner e poi della moglie, la nuova politica di Buenos Aires è stata quella di cotruire uno stato più forte riprendendo in mano anche alcuni settori chiave dell’economia.
 

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