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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Chi è Abdelhamid Abaaoud, la mente degli attentati di Parigi

Sarebbe il mandante e l'organizzatore degli attentati che hanno sconvolto la Francia ma non solo. La sorella prega "perché sia morto". Nato e cresciuto in Belgio, la sua famiglia lo ha "ripudiato"

Ha 27 anni ed è ritenuto il capo della cellula dello Stato islamico che per le autorità francesi ha avuto un ruolo centrale nell'organizzazione e nell'esecuzione degli attentati di Parigi del 13 novembre, in cui hanno perso la vita almeno 129 persone. Abdelhamid Abaaoud sarebbe il mandante delle stragi, la mente, il ricercato numero uno tra i rappresentanti della jihad francofona. Il suo nome e le sue foto sono su tutti i media internazionali. Anche il blitz a Sant Denis aveva come obiettivo la sua cattura. 

Origini marocchine, passaporto belga, da tempo è conosciuto dai servizi segreti: la stampa francese riferisce che Abaaoud effettuava regolarmente dei tentativi di reclutare altri combattenti per ingrossare le fila dei militanti dell’Is in Siria e tra questi ci sarebbe anche Younes, suo fratello tredicenne. Abaaoud in Siria ci ha combattuto ed è noto alle forze di sicurezza per essere apparso in un video dell’Is, al volante di un’auto che trasportava dei corpi mutilati in una fossa comune.

E anche i media internazionali lo conoscono bene: in un’intervista rilasciata alla rivista dell’Is, Dabiq, Abaaoud si delle sue capacità logistiche, del modo in cui aveva organizzato attentati, beffando i servizi segreti occidentali. In quell'occasione si faceva chiamare Abu Umar al Baljiki e che il suo obiettivo primo fosse "terrorizzare i crociati in guerra contro i musulmani". 

Le immagini del blitz a Parigi

Fu Facebook si è definito un "turista terrorista" proprio per i numerosi viaggi che effettuava: "Sono riuscito ad andarmene nonostante fossi inseguito da così tante agenzie d’intelligence. Tutto ciò dovrebbe dimostrare che un musulmano non dovrebbe essere spaventato dalla tronfia immagine dell’intelligence dei crociati" spiega sulle pagine di Dabiq. Per quei reclutamenti effettuati sul territorio belga è stato condannato a vent’anni di prigione, insieme a 32 persone condannate per aver coordinato una delle più grandi reti di reclutamento di jihadisti: molti di loro sono stati giudicati in contumacia e sono ancora latitanti. 

Abdelhamid-3

La sorella di Abaaoud aveva rilvelato al New York Times che nessuno dei suoi fratelli erano particolamente religiosi e all'inizio dell'anno alla sua famiglia era stato detto che il giovane era morto in uno dei combattimenti in Siria. Yasmina, la sorella, ha detto al giornale americano che "prega perché Abdelhamid sia davvero morto". Suo padre Omar aveva dichiarato di "non farcela più": "Sto prendendo delle medicine. Ha distrutto le nostre famiglie. Non voglio vederlo mai più". 

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