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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cina / Cina

Cina, dissidente Chen parla al Congresso Usa

L'attivista ha raggiunto i deputati telefonicamente, "Voglio incontrare Hillary Clinton"

Chen Guangcheng è riuscito a farsi ascoltare al Congresso degli Stati Uniti. Il dissidente cinese, che al momento si trova ricoverato in un ospedale di Pechino, ha parlato al telefono durante un'udienza alla Camera dei rappresentanti. L'avvocato cieco ha detto di essere preoccupato per la sua vita e per quella della sua famiglia, e ha dichiarato di voler incontrare il segretario di Stato Hillary Clinton, al momento in viaggio in Cina.

"Voglio incontrare Hillary Clinton. Spero di ricevere maggior aiuto da lei", ha detto Chen, mentre il suo amico Bob Fu, presente al Congresso, traduceva ai deputati. "Al momento sono preoccupato per l'incolumità di mia madre e dei miei fratelli. Voglio sapere che cosa gli succederà", ha continuato l'attivista. "Voglio andare negli Stati Uniti e riposarmi. Sono 10 anni che non mi riposo".

Come riporta il New York Times, sembra che Chen voglia chiedere un permesso di visita temporaneo negli Stati Uniti per sé e per la sua famiglia, invece di un permesso di asilo permanente.  "Se vuole andare a studiare all'estero, come cittadino cinese, può farlo" ha dichiarato il ministro degli Esteri cinese in risposta, come riporta la Bbc

Chen è uno dei dissidenti cinesi più famosi in Occidente. L'uomo, che ha passato 4 anni in carcere, si trovava agli arresti domiciliari quando una settimana fa è riuscito a fuggire dalla sua abitazione e a rifugiarsi nell'ambasciata americana a Pechino. Il caso dell'attivista ha provocato numerose tensioni tra il governo statunitense e quello cinese, tanto che Pechino ha chiesto a Washington delle scuse ufficiali per essersi intromessa nei propri affari interni. 

Chen aveva affermato di aver ricevuto delle pressioni per abbandonare l'ambasciata americana. Su questo punto si è anche pronunciato il candidato repubblicano Mitt Romney, dicendo che se queste voci risultassero essere  fondate "si tratterebbe di una giornata buia per la libertà e di una giornata di vergogna per l'amministrazione Obama".

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