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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Cina, nuovo lockdown "stile Wuhan" in una città di 700mila abitanti

Decine di casi negli ultimi giorni. Le autorità cinesi hanno imposto nuovamente misure di lockdown nella città della Cina settentrionale di Shulan, dove vivono circa 700mila persone,in una zona di confine con la Corea del Nord e la Russia

Nuovo lockdown "mirato" in Cina. Le autorità cinesi hanno imposto nuovamente misure di lockdown nella città della Cina settentrionale di Shulan, dove vivono circa 700mila persone, dopo nuovi casi di coronavirus negli ultimi giorni. Tutti i quartieri e gli edifici residenziali sono stati isolati, soltanto una persona per ogni famiglia può uscire per due ore ogni due giorni per fare la spesa e acquistare altri beni necessari. La città non è al momento del tutto chiusa al mondo esterno. Tra le altre misure preventive adottate c'è la quarantena obbligatoria per chi si sposta dalla città. I non residenti non possono entrare nella città. La scorsa settimana Shulan è stata classificata ad alto rischio dopo un cluster di contagi collegato a una donna che non aveva né viaggiato né era stata esposta a possibili infezioni.

Shulan si trova in una zona di confine con la Corea del Nord e la Russia. Zhou Zijun, un esperto di sanità pubblica all'università di Pechino, ha detto che la Cina "ora può gestire correttamente un piccolo livello di casi importati". Le misure adottate nelle scorse ore sono di fatto simili a quelle imposte tra gennaio e aprile a Wuhan, la metropoli in cui "è iniziato tutto" e da cui il virus si è diffuso poi in tutto il mondo. Solo pochi giorni  fa Shulan era stata riclassificata ad “alto rischio di contagio” e da ieri le autorità locali hanno deciso di introdurre restrizioni più severe. Sono almeno 19 casi accertati dal 7 maggio, mentre nella provincia del Jilin, in cui si trova la città, sono almeno 34 i contagi da Covid-19 registrati nelle ultime due settimane.. Negli ospedali sono state vietate le visite di familiari e amici dei pazienti e il personale medico-sanitario dovrà rafforzare le protezioni personali e misurare la temperatura ogni giorno.

Nelle scorse ore un'altra città nel nord est ha introdotto "misure di protezione". Le autorità della provincia di Jilin hanno comunicato che a causa delle "gravi circostanze" dell'epidemia nelle aree circostanti la città di Jiaohe, i trasporti pubblici all'interno della città e tra la città e le contee limitrofe vengono fermati fino a nuovo avviso. Il bilancio complessivo delle infezioni da coronavirus nel Paese è salito a oltre 83.000 casi confermati, più di 4.600 le vittime accertate. Pechino ha segnalato intanto che potrebbe allentare alcune restrizioni alle frontiere mentre si prepara per l'inizio giovedì del suo evento politico più importante, il congresso annuale del partito comunista, rinviato a marzo nel pieno dell'emergenza.  

La Cina intanto ha accusato gli Stati Uniti di "tentare di incolpare altri per la cattiva gestione dell'emergenza" legata al coronavirus, rispondendo alla lettera del presidente americano Donald Trump che minaccia di sospendere tutti i fondi all'Oms. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha dichiarato ai giornalisti che Washington sta tentato di diffamare la Cina ma "ha sbagliato i suoi calcoli cercando di usare Pechino per non prendersi le sue responsabilità". Trump vorebbe abbassare il contributo Usa all'Oms a 40 milioni di dollari, dagli attuali 450 milioni. Come riportano i media Usa, il presidente Usa lo ha detto a margine di una tavola rotonda con esponenti dell'industria della ristorazione. Trump ha definito oggi l'Oms "un fantoccio della Cina". Pechino sostiene di aver agito sempre con la massima trasparenza. "Abbiamo agito in modo trasparente, abbiamo fornito tutte le informazioni nel modo più tempestivo possibile. Abbiamo condiviso la nostra esperienza senza riserve. Abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere per assistere i paesi che ne avevano bisogno", ha detto il presidente cinese Xi Jinping intervenendo alla 73esima riunione annuale dell'Oms, in videoconferenza

L'assemblea deve valutare la possibilità di un'indagine sulle origini del Covid-19, un progetto di risoluzione promosso da Ue e Australia. Ma la Cina frena. "La Cina sostiene l'idea di un'inchiesta complessiva, scientifica e oggettiva sulla risposta all'emergenza legata alla pandemia di coronavirus - ha detto Xi Jinping - ma quando la crisi sarà superata e il virus sarà sotto controllo, un'inchiesta comunque guidata dall'Oms".

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