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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cina / Cina

Cina, pressioni sul dissidente Chen per allontanarlo dall'ambasciata Usa

Washington nega l'accusa, ma il caso dell'attivista cieco sta creando molti imbarazzi con Pechino

Continua la saga dell'attivista Chen Guangcheng. Il dissidente cinese avrebbe infatti ricevuto pressioni per abbandonare l'ambasciata americana a Pechino, nella quale si era rifugiato la settimana scorsa. L'uomo si era recato nell'edificio dopo essere fuggito dalla sua abitazione, nella provincia di Shandong, dove si trovava agli arresti domiciliari. L'avvocato cieco è ora ricoverato in un ospedale della capitale, circondato da forze di sicurezza e sostenitori.  

Il caso della fuga di uno dei dissidenti più famosi in Occidente ha provocato numerosi imbarazzi tra la Cina e gli Stati Uniti. Proprio in questi giorni il segretario di Stato Hillary Clinton è in visita nel Paese per discutere con il presidente Hu Jintao di questioni spinose quali la Corea del Nord e la Siria. Pechino aveva chiesto a Washington delle scuse ufficiali per aver ospitato Chen per quasi una settimana nella propria ambasciata, accusando gli americani di aver interferito negli affari interni della Cina.

In un discorso ufficiale la Clinton, senza citare direttamente il caso dell'avvocato cieco, ha parlato del rispetto dei diritti umani. "Gli Stati Uniti credono che nessun paese possa legittimamente negare i diritti universali che appartengono a ogni essere umano", ha dichiarato il segretario di Stato, alla quale ha risposto il presidente Hu, che ha ribadito che Stati Uniti e Cina non possono avere "la stessa visione delle cose in tutto", come riporta la Bbc

Ma intanto non si placa la polemica. Gary Locke, ambasciatore americano in Cina, ha negato di aver esercitato qualsiasi tipo di pressione su Chen per farlo allontanare. "Era eccitato e desideroso di andarsene", ha dichiarato Locke. Ma l'attivista, intervistato al telefono dalla Bbc, ha detto di temere per la sua vita e per quella della sua famiglia. "(Mia moglie) mi ha detto che hanno installato 7 telecamere a circuito chiuso nel cortile", ha dichiarato Chen, aggiungendo che "ci sono persone fuori dalla nostra casa e sul tetto". L'uomo sospetta inoltre che alcuni funzionari americani si siano recati nell'ospedale dove è al momento ricoverato, ma che le autorità cinesi gli abbiano impedito di fargli visita.  

Inizialmente il dissidente aveva dichiarato di voler rimanere in Cina, ma gli ultimi sviluppi della vicenda potrebbero avergli fatto cambiare idea. Chen, avvocato autodidatta, si è più volte battuto contro la politica del figlio unico, difendendo le donne che erano state vittime di sterilizzazioni e di aborti forzati da parte del governo cinese. Dopo aver passato 4 anni in carcere, l'uomo è stato poi messo agli arresti domiciliari. 

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