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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Iran, scrittrice condannata per un libro mai pubblicato contro la lapidazione

Golrokh Ebrahimi Iraee "è stata punita per aver usato la propria immaginazione", dice Amnesty International. Il romanzo era in un file nel suo pc. Dovrà scontare 6 anni

Golrokh Ebrahimi Iraee, scrittrice e attivista per i diritti umani, è stata condannata da un tribunale iraniano a sei anni di carcere per un libro mai pubblicato. Il suo romanzo, che vede protagonista una donna che brucia una copia del Corano dopo essere rimasta scioccata dalla visione di un film sulla storia vera di una donna lapidata a morte, era solo un file in una cartella del suo computer ma già così era troppo per il regime. Così la sua autrice è stata condannata, il suo scritto rappresenta un "insulto alla sacralità islamica" perché fa "propaganda contro il sistema".

Quel racconto era stato ritrovato in casa sua il 6 settembre 2014, quando le Guardie rivoluzionarie vennero ad arrestare suo marito Arash Sadeghi, anche lui scrittore e attivista, senza un regolare mandato. Sadeghi ora sta scontando una condanna a 19 anni di carcere.

"Non mi hanno nemmeno inviato un mandato di comparizione", aveva raccontato la stessa scrittrice in un'intervista Skype con a Voice of America-Persian News Network, emittente americana in lingua farsi. "Mi hanno chiamato usando il cellulare di un amico, Navid Kamran: erano andati ad arrestarlo nel suo negozio e da lì mi hanno chiamato per dirmi di consegnarmi".

Al momento non si sa se Golrokh si trovi già nel penitenziario di Evin a Teheran, la struttura simbolo della repressione governativa. "Le accuse contro Golrokh Ebrahimi Iraee sono ridicole", ha detto Philip Luther, responsabile per il Medio Oriente per Amnesty International. "Si trova dietro le sbarre soltanto per aver scritto una storia, per di più mai pubblicata. Praticamente è stata punita per aver usato la propria immaginazione". Amnesty International ha definito "una farsa" il processo a Ebrahimi Iraee: la scrittrice e attivista non ha avuto nemmeno l'opportunità di parlare in propria difesa. Una delle udienze si è svolta mentre lei era ricoverata in ospedale ma i giudici si sono rifiutati di riaggiornare la seduta nonostante fossero stati presentati regolari certificati medici. "Chiediamo alle autorità irananiane di annullare immediatamente la condanna di Golrokh Ebrahimi Iraee e di suo marito Aresh Sadeghi", dice Amnesty International. "Il governo iraniano è sul punto di estirpare un'intera generazione di attivisti con le sue spietate tattiche repressive". 

"Anziché imprigionare una giovane donna che esercita in maniera pacifica i propri diritti umani per essersi espressa contro la lapidazione, le autorità iraniane dovrebbero concentrarsi per abolire quella pena, che equivale alla tortura", ha concluso Luther. 

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