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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Coronavirus, lo zio scienziato di Trump? "Sarebbe inorridito dalle sue affermazioni"

Il Presidente degli Stati Uniti lo cita spesso nei suoi discorsi, ma un amico del famoso fisico scomparso frena il suo entusiasmo

Buon sangue non mente, ma a volte c'è qualche eccezione. Donald Trump cita spesso suo zio John, famoso fisico del Massachusetts Institute of Technology, come un raro esempio di "super genio", per dimostrare come la genialità scientifica sia un dono della sua famiglia. "Forse avrei dovuto fare questo invece che candidarmi alla presidenza", ha detto lo scorso marzo dopo aver ricordato lo zio John, morto nel 1985, durante la visita dalla sede dei Cdc di Atlanta. 

Già durante la campagna elettorale aveva più volte parlato di "Dr John Trump, un genio, è nel mio sangue, sono intelligente". Ma ora un amico di famiglia che ha conosciuto John Trump afferma che lo scienziato sarebbe sconvolto dalle dichiarazioni fatte dal nipote per promuovere cure ed altri trattamenti non scientificamente provati contro il Covid 19. "Il John Trump che ho conosciuto sarebbe stato inorridito", ha detto John Van de Graaff, figlio del famoso scienziato Robert Van de Graaff, che è stato collega e partner in affari di John Trump. "Gli avrebbe detto 'Guarda alla scienza", ha detto ancora Van de Graaff ricordando come John Trump, nelle conversazioni con il padre a cui lui ha partecipato, ha confermato sempre la convinzione scientifica di una sperimentazione rigorosa di ogni ipotesi.

Il Post ricorda che il professor Trump, che applicò i suoi studi su raggi X e micronde non solo in campo bellico, con ricerche sui radar che furono importantissime durante la Seconda Guerra Mondiale, anche nell'ambito medico, ipotizzò nel caso della cura dell'epatite e di altre malattie di iniettare direttamente gli elettroni nei pazienti. Ma, sottolinea il Post, gli archivi orali del Mit riportano come lo scienziato affermò che "sfortunatamente" le sue ipotesi non sono state testate perché non si sono trovati volontari disposti al test. Non si sa se il presidente sia con la sua ampiamente criticata idea di suggerire, in una conferenza stampa, la possibilità di iniettarsi disinfettanti nel corpo contro il coronavirus si sia potuto vagamente ispirare alle teorie dello zio e - conclude il Post - la Casa Bianca non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Anche uno studioso canadese, Edward Fenner, che ha scritto la tesi di Phd sul lavoro Van de Graaff e John Trump, afferma quanto siano diversi zio e nipote: "Vorrei che lo zio fosse vivo per ispirare un po' il presidente, sarebbe shoccato e inorridito dalle dichiarazioni irresponsabili".

Di diverso avviso, però, la figlia di John Trump che durante la sua carriere è stato insignito per le sue ricerche da due presidenti, Harry Truman e Ronald Reagan e dal re Giorgio VI in Gran Bretagna: "Credo che abbia un buon background per essere molto intelligente", ha detto Christine Philp, ricordando il tempo trascorso da ragazzi con la famiglia del cugino presidente ed attaccando le "fake news" dei suoi detrattori.

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