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Giovedì, 28 Marzo 2024
CASO MARO' / India

L'ambasciatore italiano non ha più l'immunità. E l'Europa "ci molla"

La Corte Suprema di New Delhi aggiorna l'udienza su Girone e Latorre al 2 aprile. Prolungato il divieto di espatrio per il nostro rappresentante. L'Ue: "Non facciamo parte della disputa"

NEW DELHI - Il presidente della Corte Suprema indiana, Altamas Kabir, ha sostenuto che l'ambasciatore italiano, Daniele Mancini, ha "automaticamente perso il diritto all'immunità diplomatica" quando ha presentato insieme ai marò una dichiarazione giurata.

Il magistrato ha concluso dicendo di aver "perso ogni fiducia nel signor Mancini".

Il presidente della Corte ha fatto allusione, senza citarlo, al paragrafo 3 dell'art. 32 della Convenzione di Vienna secondo cui un agente diplomatico che gode dell'immunità giurisdizionale e che promuove una procedura non può invocare questa immunità. Questo, sulla base del fatto che il 9 marzo l'ambasciatore Mancini aveva volontariamente firmato, anche se precisando "come rappresentante della Repubblica italiana", una dichiarazione giurata a sostegno della richiesta italiana di permesso elettorale per i marò.

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in pratica, "non hanno ancora violato le nostre direttive", ha aggiunto il presidente della Corte. Kabir ha quindi affermato che "bisogna attendere il 22 marzo (giorno di scadenza del permesso concesso ai marò) per esprimersi "ascoltando anche l'opinione del governo centrale che è parte di questa vicenda".

UDIENZA RINVIATA - La Corte Suprema di New Dehli ha intanto aggiornato al 2 aprile l'udienza sul caso dei marò. In aula c'era il team legale dell'ambasciata d'Italia ma non l'ambasciatore Daniele Mancini, per il quale è stato esteso il divieto di espatrio. Gli italiani sono rappresentati dall'avvocato indiano Mukul Rohatgi.

L'EUROPA "MOLLA" L'ITALIA - L'Unione europea "non fa parte della disputa legale" tra Italia e India e "perciò non può prendere posizione nel merito degli argomenti legali riguardanti la sostanza del caso". Lo afferma in una nota un portavoce di Catherine Ashton, responsabile per la politica estera dell'Ue. L'Ue esprime tuttavia "l'incoraggiamento" a Italia e India perché trovino una "soluzione amichevole" nell'ambito del "rispetto delle regole internazionali". Per l'Unione europea, ha aggiunto, "la Convenzione di Vienna deve essere rispettata da entrambe le parti".

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