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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Trump firma i dazi e sfida la comunità internazionale: "Buy American"

Tenendo fede alle promesse fatte in campagna elettorale, Trump inizia a mettere in pratica il suo motto "America First". E' ufficiale: gli Stati Uniti tra 15 giorni introdurranno dazi del 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio in arrivo in Usa. Tutte le conseguenze

E' ufficiale: gli Stati Uniti tra 15 giorni introdurranno dazi del 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio in arrivo in Usa. Stando a un funzionario della Casa Bianca, le tariffe saranno "flessibili" permettendo agli alleati di chiedere esenzioni. Come anticipato, Canada e Messico saranno esclusi dai dazi per questioni di "sicurezza nazionale", ma in questo caso molto dipenderà dall'esito dei negoziati per la riscrittura dell'accordo di libero scambio siglato con gli Usa nel 1994, il Nafta. Tutti i Paesi possono fare ricorso a petizioni per chiedere esenzioni, ha spiegato il funzionario, secondo cui Canada e Messico potrebbero aumentare le tariffe su altre nazioni.

Sì ai dazi

La decisione di Trump richiama la sezione 232 di una legge che permette alla Casa Bianca di agire sulle tariffe senza passare dal Congresso. Si tratta del Trade Expansion Act del 1962. In base a quella legge, un presidente può imporre dazi su tutti i Paesi i cui prodotti importati in Usa pongono un rischio alla sicurezza nazionale americana. Il punto è che in molti, Ue inclusa, hanno contestato una tale giustificazione.

"Buy American"

"Proteggere e rafforzare" il settore metallurgico americano, ma allo stesso tempo mostrare "grande flessibilità e cooperazione a coloro che sono davvero nostri amici, tenuto conto di questioni militari e di sicurezza nazionale". Così il presidente americano Donald Trump ha ufficializzato dazi del 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio in arrivo in Usa dall'estero. "Se non volete pagare la tassa, venite negli Usa a produrre", ha dichiarato il leader Usa rivolgendosi a produttori stranieri. "Buy American", ha ripetuto Trump echeggiando uno dei suoi motti.

L'Ue sperava in un'esenzione

Tenendo fede alle promesse fatte in campagna elettorale, il presidente americano vuole mettere in pratica il suo motto "America First" usando le tariffe controverse come una leva per ottenere qualcosa in cambio di esenzioni che potrebbero essere concesse a quelli che sono considerati "davvero nostri amici". Nel caso dell'Unione europea, che sperava in una esenzione dei suoi 28 Paesi membri, Trump potrebbe essere disposto a rimuovere o ritoccare i dazi se, per esempio, otterrà una riduzione delle tariffe sulle auto Made in Usa che finiscono in Europa.

Trump ha ignorato le critiche

Trump ha ignorato le critiche arrivate non solo dagli alleati come la Ue - che ha ventilato ritorsioni su prodotti americani come le motociclette Harley-Davidson, i jeans Levi's e il burro di arachidi - ma anche da business leader e legislatori. Paul Ryan, lo speaker repubblicano alla Camera, ieri è tornato alla carica dicendo di "temere le conseguenze indesiderate" delle tariffe. Lui - così come i 107 deputati che hanno firmato una lettera inviata al presidente - vuole che Trump si "focalizzi solo su quei Paesi e su quelle pratiche che violano le leggi commerciali".

Chi sono i Paesi fornitori

Nel 2017 le importazioni americane complessive di acciaio sono state pari a 33,46 miliardi di dollari, contro i 24,28 miliardi di dollari del 2016, in crescita del 37,8%; quelle di alluminio sono state pari a 17,31 miliardi contro 13,14 miliardi, in crescita del 31,7%. Ecco i primi 10 paesi fornitori in termini di importazioni totali e di valore, secondo i dati 2017 del Dipartimento del commercio degli Stati Uniti.

FORNITORI DI ACCIAIO: Canada: 15,6%, per 5,2 miliardi di dollari; Brasile: 9,1%, per 3 miliardi; Corea del Sud: 8,3%, per 2,8 miliardi; Russia: 8%, per 2,7 miliardi; Messico: 7,1%, per 2,4 miliardi; Giappone: 4,8%, per 1,6 miliardi; Germania: 4,6%, per 1,5 miliardi; Turchia: 3,7%, per 1,2 miliardi; Taiwan: 3,7%, per 1,2 miliardi; Sudafrica: 2,9%, per 982 milioni. La Cina, nel mirino dell'amministrazione Trump, è all'11esimo posto con il 2,7%, per 900,5 milioni.

FORNITORI DI ALLUMINIO: Canada: 40%, per 7 miliardi di dollari; Cina: 9,7%, per 1,7 miliardi; Russia: 9,1%, per 1,6 miliardi; Emirati Arabi Uniti: 8%, per 1,4 miliardi; Bahrein: 3,5%, per 602 milioni; Argentina: 3,2%, per 547 milioni; Germania 2,3%, per 392 milioni; India: 2,1%, per 371 milioni; Australia: 2,1%, per 362 milioni; Sudafrica; 2%, per 340 milioni milioni.
 

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