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Sabato, 20 Aprile 2024
Siria / Siria

Siria, liberato Domenico Quirico: "Non è più una rivoluzione"

Il giornalista della Stampa rapito lo scorso 9 aprile. Liberato anche il belga Pier Piccinin. "E' come se fossi vissuto cinque mesi su Marte. E ho scoperto che i marziani sono malvagi"

ROMA - Dopo quasi cinque mesi, è finito l'incubo di Domenico Quirico. Il giornalista della Stampa, rapito lo scorso 9 aprile mentre era inviato in Siria, è stato liberato ieri e ha fatto già rientro in Italia. A dare la notizia è stato il direttore del quotidiano torinese, Mario Calabresi, con un messaggio su Twitter scritto poco dopo le 21.

Oltre a Quirico è stato liberato il cittadino belga Pier Piccinin, che era stato sequestrato con il giornalista italiano. L'inviato della Stampa è arrivato poco doppo la mezzanotte ed è stato accolto all'aeroporto militare di Ciampino dal ministro degli Esteri, Emma Bonino. Con il capo della diplomazia c'erano inoltre Claudio Taffuri, capo dell'Unità di crisi, e Michele Valensise, segretario generale della Farnesina.

"Domenico Quirico libero", ha scritto Calabresi su Twitter: "Erano esattamente 5 mesi che aspettavamo questa notizia, commovente telefonata di Emma Bonino". Le due figlie Eleonora e Metella, lo scorso 1 giugno, avevano realizzato un appello video per chiedere il rilascio del padre, video che era stato trasmesse dalle televisioni del mondo arabo. A giugno, il 6, Quirico aveva fatto una breve telefonata alla famiglia e aveva detto di star bene, ma poi i contatti si erano interrotti.

"Ho sentito alcune cose, ma francamente è come se fossi vissuto cinque mesi su Marte, ho scoperto che i miei marziani sono malvagi e cattivi. Ma non ho notizie, ho saputo solo oggi chi è il presidente della Repubblica del mio Paese", ha detto Quirico, barba lunga ma sorridente, al suo arrivo a Ciampino, a chi gli chiedeva se fosse a conoscenza di un imminente attacco in Siria.

"Sapete che io ho cercato di raccontare la rivoluzione siriana e le sue sofferenze, può essere che questa rivoluzione mi abbia in qualche modo tradito. Probabilmente non è più la stessa rivoluzione che ho incontrato due anni fa ad Aleppo, laica e democratica. E' diventata un'altra cosa, molto pericolosa e complessa. Non mi hanno trattato bene. Sì, ho avuto paura".

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