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Venerdì, 19 Aprile 2024
TERRORISMO / Nigeria

Orrore Boko Haram: "Le donne liberate sono quasi tutte incinte"

Delle 687 donne liberate dall'esercito nigeriano ben 214 sono in stato di gravidanza. L'Onu: "Hanno subito così tante violenze che ci vorrà molto impegno per offrire loro il sostegno psico-sociale di cui hanno bisogno"

ROMA - Circa 214 delle 687 donne tratte in salvo dall'esercito nigeriano nelle operazioni contro i jihadisti di Boko Haram sono in stato di gravidanza. Lo ha riferito il Fondo Onu per la popolazione (Unfpa), citato oggi dal quotidiano nigeriano Daily Independent. 

ORRORE BOKO HARAM - Il direttore esecutivo di Unfpa, Babatunde Osotimehin, si trova in Nigeria per definire l'intervento dell'agenzia dell'Onu a favore delle donne e dei bambini liberati di recente: "Non c'è dubbio che queste donne e i loro bambini hanno subito così tanto da quando sono stati sequestrati o rapiti che ci vorrà molto impegno per offrire loro il sostegno psico-sociale di cui hanno bisogno per un reinserimento nella loro vita precedente". 

SFIDA ENORME - Osotimehin ha poi aggiunto: "Da quando abbiamo compreso che la portata della sfida è enorme e che non ci sono risorse umane sufficienti per farvi fronte, abbiamo chiesto assistenza alla comunità internazionale sul fronte delle risorse umane per collaborare al processo di guarigione di queste donne". 

L'ASSISTENZA - L'Unfpa le sta "sostenendo tutte con diversi livelli di cura", ha assicurato il direttore. Parlando dei bambini, Osotimehin ha sottolineato che "alcuni di quelli che sono stati liberati con le donne sono nati nella foresta e non sono mai usciti all'aperto prima della loro liberazione da parte dell'esercito".

MATRIMONI FORZATI - Una delle donne liberate ha confermato matrimoni forzati, abusi sessuali e pressioni psicologiche subite dai sequestratori: "Ci hanno chiesto di sposare i membri di Boko Haram, ma noi abbiamo detto che non potevamo perchè eravamo già sposate. Ci hanno risposto che allora ci avrebbero vendute come schiave".

IL DRAMMA DI LAMI - Un'altra ragazza, Lami Musa, 19 anni, era al quarto mese di gravidanza quando, cinque mesi fa, i miliziani di Boko Haram hanno attaccato il suo villaggio vicino a Chibok, la località dove nell'aprile del 2014 avevano già sequestrato oltre duecento studentesse. Lami Musa ha raccontato di aver evitato un matrimonio forzato perchè era incinta, anche se i suoi sequestratori le avevano detto che sarebbe stata costretta a sposare un miliziano una volta partorito: "Per fortuna sono stata salvata il giorno dopo il parto. Ringrazio Dio".

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