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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Botswana, più di 350 elefanti morti: le cause della strage sono un mistero

Le ipotesi principali sono avvelenamento o un agente patogeno. Alcuni testimoni riferiscono di aver visto gli animali camminare in tondo

Più di 350 elefanti morti in poche settimane. È un vero e proprio "disastro ambientale" (così lo definiscono gli scienziati) quello che si sta consumando nel Botswana settentrionale. Già a inizio maggio un gruppo di elefanti morti era stato segnalato nell’area del delta dell'Okavango. A fine mese il numero dei decessi aveva raggiunto quota 169 per poi raddoppiare  a metà giugno. Il 70% degli animali è morto nelle vicinanze di fonti d’acqua. "Non si vedeva da molto tempo una strage simile" ha dichiatato al Guardian il dott. Niall McCann della ong National Park Rescue. Secondo McCann in passato solo la siccità ha causato simili decessi di massa.

Al momento però non sono note le cause di quanto sta avvenendo in Botswana. Le due ipotesi principali sono l’avvelenamento o un patogeno sconosciuto. Anche il Covid-19 è stato citato come una possibile causa dei decessi, né si può escludere un virus sconosciuto. Se l’avvelenamento da antrace sembra sia stato escluso, quello da cianuro - spesso utilizzato dai bracconieri - resta invece una possibilità anche se non è tra le più accreditate.

Alcuni testimoni del posto hanno raccontato di aver visto gli animali camminare in tondo, comportamento che può essere collegato a un danno neurologico. "Se si osservano le carcasse, alcuni elefanti sono caduti a terra di faccia il che suggerisce una morte quasi istantanea" ha detto McCann. "Altri elefanti stanno morendo più lentamente, come quelli che vagano in giro". Secondo le testimonianze ci sarebbero infatti molto animali già pallidi ed emaciati destinati probabilmente a morire nelle prossime settimane.

Nell'area del delta dell'Okavango è stato stimato che vivono circa 15.000 elefanti, il 10% del totale del Paese. Il governo del Botswana non ha ancora effettuato test sui cadaveri degli elefanti e dunque finora si continua a brancolare nel buio. Cyril Taolo, direttore del dipartimento per la protezione della fauna selvatica e dei parchi nazionali del Botswana, ha detto al Guardian che i risultati dei test arriveranno fra un paio di settimane e che i ritardi nelle analisi sono stati causati dalla pandemia di coronavirus.

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