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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Elezioni in Spagna: i grandi partiti in crisi e l'ascesa degli "anticasta"

Le elezioni amministrative in Spagna sembrano portare il paese verso un nuovo panorama politico mai conosciuto prima. I grandi partiti perdono consensi e a guadagnarli sono le nuove formazioni, da una parte Podemos e dall'altra Ciudadanos

Sono solo elezioni amministrative: si vota in tutti i comuni e in 13 regioni su diciassette. Ma questa tornata elettorale sta scuotendo la Spagna più di quanto si potesse pensare perché dopo trent'anni di successo per i due maggiori partiti (Pp e Psoe) adesso la sfida lanciata dalle nuove formazioni sembra essere quella che cambierà radicalmente la politica nel paese.

PARTITI GRANDI E PICCOLI - In campo ci sono i vecchi e storici partiti del panorama politico ma anche la stella nascente di Podemos, con il suo carismatico leader Pablo Iglesias che nonostante l'impegno dei suoi militanti e una campagna elettorale serrata, i sondaggi lo danno in calo. Dall'altra parte è arrivato Ciudadanos, un movimento di Albert Rivera, che con l'avvicinarsi del giorno delle elezioni ha guadagnato sempre più consensi.

LA CRISI DEI PARTITI STORICI - Se all'ultima elezione nazionale nel 2011 il Partido popular aveva trionfato (arrivando al 44,63% delle preferenze) adesso il partito al governo è sceso drasticamente a un risicato 25% dei consensi. Ma dall'altra parte, a sinistra, le cose non vanno certo meglio. Il Partido Socialista (Psoe) arriva per i sondaggi al 24% e anche se ha quasi raggiunto il suo storico avversario si sta ancora riprendendo dal peggior risultato della sua storia: nel 2011 guadagnò il 28,76% dei consensi. Ci sono poi state le elezioni europee e quelle in Andalusia e qui la crisi del bipartitismo è sembrata sempre più evidente. 

L'ASCESA DEGLI ANTICASTA - Quello che ha tolto consensi da una parte e dell'altra è stata l'ascesa di nuove formazioni che hanno colpito l'elettorato e il dibattito politico molto più di quanto hanno fatto gli storici partiti. 

Podemos è stato il primo partito a far tremare le vecchie guardie: con a capo il carismatico leader Pablo Iglesias, spesso è stato definito il movimento grillino in salsa iberica, ma in realtà risultati e programmi elettorali hanno fatto cambiare facilmente idea. In pochi mesi i suoi iscritti sono arrivati a 300mila e tanti sono stati i militanti che si sono impegnati sin da subito per la crescita del partito. Nato da quello che era stato il movimento dei indignados, che aveva occupato le maggiori piazze iberiche, dopo le elezioni europee che li ha portati a Bruxelles, i Podemos hanno deciso di schierarsi a fianco di Alexis Tsipras e di quella sinistra anty-austerity. Nel panorama nazionale invece, Podemos di presenta come il nuovo che avanza contro la "casta", espressione rubata da Iglesias al lessico politico italiano, di cui lui è un gran conoscitore.

Dall'altra parte ma sempre contro la grande "casta" c'è un movimento che, nonostante sia in campo da più tempo di Podemos, ha deciso di lanciarsi nel panorama nazionale soltanto dal 2014: si chiama Ciudadanos (in italiano "cittadini" ndr) ed è capitanato da Albert Rivera, avvocato di 35 anni che ha sempre dimostrato una buona capacità cominicativa. Il movimento è nato nel 2005, ben prima degli indignados, in Catalogna, con lo scopo di rivendicare l’unità nazionale, in una regione caratterizzata da forti spinte indipendentiste storicamente legate alla sinistra, anche la più radicale. Ciudadanos ha lanciato uno slogan per sintetizzare le posizioni sulla questione: “La Catalogna è la mia patria, la Spagna è il mio paese e l’Unione europea è il nostro futuro”, con un marcato accento europeista. 

Nonostante il movimento si proponga come un partito di centrosinistra, gli analisti non esitano a notare l'ottica decisamente più centrista e tradizionalista. Per questo si pensa che la sfida dei piccoli partiti si giochi più o meno sullo stesso elettorato, stanco dell'austerità e dei vecchi partiti che l'hanno appoggiata, nonostante le diverse ideologie

BIPARTITISMO IN CRISI - Quello a cui hanno dato vita Podemos prima e Ciudadanos poi è però una messa in discussione sullo storico bipartitismo spagnolo, che dura dalla caduta del dittatore Francisco Franco a metà degli anni 70. Insomma un impianto politico che va avanti da più di quarant'anni adesso rischia di andare in frantumi. Quello per cui c'è più attesa è il risultato elettorale da cui dipenderà il modo di schierarsi per la tornata elettorale più importante: quella nazionale, che avverrà a dicembre.

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