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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Elezioni in Catalogna, Mas non sfonda e Madrid torna a respirare

Le elezioni regionali anticipate in Catalogna segnano sì una vittoria per il suo partito Convergencia i Unio, il partito autonomista moderato, ma è una vittoria inaspettatamente modesta

Non può esultare Artur Mas, l’uomo che aveva lanciato il guanto di sfida secessionista al governo centrale Madrid portando in piazza a Barcellona un milione e mezzo di persone. Le elezioni regionali anticipate in Catalogna segnano sì una vittoria per il suo partito Convergencia i Unio, il partito autonomista moderato.

E' una vittoria relativa, modesta, inaspettatamente modesta, che sa di sconfitta: il Parlament di Barcellona conta sì una maggioranza di deputati secessionisti, ma Mas non ottiene la "maggioranza eccezionale" chiesta per avallare la sua sfida indipendentista, e finisce per perdere una decina di seggi rispetto ai 62 ottenuti nel 2010. Lontana la maggioranza assoluta di 68 seggi sui 135 del Parliament.

Incontrando i suoi elettori, Mas ha detto in serata "dobbiamo riflettere su quello che vogliamo per la Catalogna", che potrebbe suonare come una sorta di marcia indietro. Mas oggi come oggi può soltanto tentare di lasciare la pistola della minaccia indipendentista sul tavolo delle trattative con Madrid, sperando di ottenere nuove concessioni, come una maggiore autonomia e forse un regime fiscale più vantaggioso.

L'indipendenza è lontana come non mai in questo lunedì post elettorale a Barcellona e dintorni, le incertezze e i dubbi sono tanti. Gli ambienti industriali catalani sono contrari all'indipendenza, mentre secondo un sondaggio solo il 37% degli abitanti è pronto ad un'avventura da soli, fuori dall'Unione europea.

Se il CiU di Mas vede crollare i suoi consensi conquistando solo 50 seggi (sui 135 totali) perdendone 12 sui 62 che aveva avuto nel 2010, trionfa invece l'altra formazione indipendentista, i socialisti dell'Erc che passano da 10 a 21 seggi. Sull carta CiU e Erc avrebbero i numeri per formare il governo della Catalogna ma difficilmente riuscirebbero a passare dall'attuale ampia autonomia regionale alla piena indipendenza.

Seguono le due formazioni filo-Madrid: deludenti i socialisti del Psc con 20 deputati regionali (ne avevano 28); avanzano seppur leggermente i popolari del PP, passati da 18 a 19. Quarto partito i verdi di Icv e l'estrema sinistra di Eua da 10 a 13 seggi. Segue il Partito dei cittadini (Cs), 9 deputati regionali contro 3.

Il quotidiano con la maggior diffusione in Catalogna, La Vanguardia,  parla di "smacco eccezionale" per Artur Mas. "Nella notte, a Madrid, i due principali partti spagnoli, il partito socialista e il partito popolare, possono respirare. La numero 2 del PP María Dolores de Cospedal, parla senza termini di fallimento del processo secessionista".

"Con la presenza di 50 deputati nel Parlamento regionale - scrive la Vanguardia - non esiste un'ipotesi di governo senza Convergència i Unió. Ma mancano quei 18 deputati che avrebbero permesso di governare da soli e che avrebbero cambiato tutto". Foto: The Guardian

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