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Giovedì, 25 Aprile 2024
MESSICO / Messico

Messico, "Un milione di voti comprati": da riconteggiare il 60% delle urne

Su denuncia del candidato del Prd, Manuel Obrador, si tornerà a spogliare 78mila seggi su 143mila. L'accusa: il Pri del vincente Peña Nieto avrebbe regalato carte prepagate con cui fare acquisti in cambio della preferenza sulla scheda.

Non cambierà, a meno di miracoli, le sorti del Messico che è e resterà guidato da Peña Nieto e dal Pri, ma il fatto che si sia deciso di procedere al riconteggio dei voti di 78mila seggi su 143mila è significativo per capire il clima che si respira nel paese a pochi giorni dalle elezioni presidenziali.

I voti di scarto tra Peña Nieto e Andres Manuel Obrador sono oltre tre milioni, quindi il riconteggio non rivoluzionerà il risultato. Anche perché è stato lo stesso Obrador, candidato della sinistra del Prd, ad aver spiegato che "i voti comprati dal Pri (il partito di Peña Nieto, ndr) sono un milione".

Ma il fatto di contare nuovamente i voti di oltre metà sei seggi messicani è una crepa profonda nell'immagine di Peña Nieto

Immagine già offuscata dalle dure proteste del movimento studentesco #YoSoy132 che lo ritiene il colpevole del massacro di San Salvador Atenco.

Le accusa di Obrador sono circostanziate: tutto parte dal fatto che migliaia di persone hanno fatto acquisti con carte prepagate che, hanno dichiarato apertamente, essere "un regalo" del Pri.

Nessun illecito. Un partito, in Messico, può tranquillamente fare regali all'elettorato, "purché" recita la legge "questo non sia fatto per influenzare il voto". Particolare.  Il fatto, però, è che queste spese devono essere registrate e dichiarate ufficialmente, cosa che il Pri non ha fatto.

E così ora si procederà al riconteggio del 61% delle urne per il Senato e del 60% per la Camera. 

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