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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Yes she can", Barack Obama saluta la sua America e incorona Hillary Clinton

Il Presidente degli Stati Uniti ha salutato commosso il suo partito spiegando perché bisogna votare Hillary Clinton, nel discorso più atteso della convention del Partito Democratico

"Non c'è mai stato nessun uomo e nessuna donna più qualificata di Hillary Clinton per essere presidente degli Stati Uniti". Parola di Barack Obama. Il discorso del 44esimo presidente alla convention di Philadelphia suona come un passaggio di testimone alla ex First Lady: "L'America che io conosco è piena di coraggio e ottimismo. E Hillary è la persona giusta per questa America, è pronta".

Barack Obama sale sul palco della convention democratica è pronuncia quello che è una specie di saluto se non ancora agli Stati Uniti, nei prossimi mesi Obama intende fare campagna elettorale per Hillary Clinton, ai militanti e ai dirigenti del Partito Democratico, peraltro pronunciato nel consesso in cui tenne il famoso discorso che nel 2004 lanciò la sua carriera politica. Alla fine del discorso di Obama, moltissimi delegati erano abbracciati e commossi.

Barack Obama ha esortato da Philadelphia l'America a portare Hillary Clinton alla Casa Bianca, nella convinzione che il senso stesso della democrazia sia in gioco nelle elezioni presidenziali di novembre. Denunciando l'autentico pericolo che rappresenta ai suoi occhi il "demagogo" repubblicano Donald Trump, che si presenta come "salvatore autoproclamato" del Paese, il presidente degli Stati Uniti ha elogiato - accompagnato dagli applausi scroscianti che lo hanno costretto più volte a interrompersi - la solida esperienza del suo ex segretario di stato. "Posso dire in tutta franchezza che mai un uomo o una donna sono stati così qualificati come Hillary Clinton per la presidenza degli Stati Uniti d'America", ha affermato il 44esimo presidente degli Stati Uniti, che tra sei mesi - a 55 anni - lascerà la Casa Bianca.

"L'America è già grande, l'America è già forte", ha insistito alludendo allo slogan del candidato (miliardario) repubblicano. "E ve lo prometto", ha aggiunto, "la nostra forza, la nostra grandezza non dipendendo da Donald Trump (...) Noi non vogliamo un sovrano". Erano migliaia i delegati riuniti nella sala del Wells Fargo Center. E un grande clamore, un forte boato, è partito quando Hillary Clinton ha raggiunto sul palco Obama a fine discorso. I due si sono abbracciati con un giusto a simbolizzare unità e continuità. Un discorso durato quarantacinque minuti e seguito in diretta da decine di milioni di americani; un discorso che aveva un sapore particolare per Obama. Un dicorso che ha ricordato quello pronunciato dodici anni fa da Obama a Boston, in occasione di una convention che lo avrebbe portato in prima linea nella scena politica americana. Elogiando il coraggio della prima donna a "rompere il soffitto di vetro" e a indossare i colori di un grande partito americano alle elezioni presidenziali, il primo presidente nero nella storia degli Stati Uniti ha respinto l'idea secondo cui l'America sarebbe "un popolo fragile o spaventato".

Obama evidenzia il contrasto con il discorso tetro e 'ansiogeno' pronunciato la scorsa settimana a Cleveland da Donald Trump, offrendo un'altra visione del suo Paese. "L'America che conosco io è piena di coraggio, ottimismo e ingegno", ha detto. Rivolgendosi ai critici della candidata, spesso giudicata troppo calcolatrice, fredda o opportunista, Clinton ha rivolto un appello a tutti i democratici a mobilitarsi l'8 novembre, anche "se non sono d'accordo con lei su tutto". So che Hillary "non si fermerà fin quando l'Isis non sarà distrutto. Andrà fino in fondo alla missione e lo farà senza ricorrere alla tortura e senza bandire religioni intere sul nostro territorio", ha aggiunto Obama, "Niente ti prepara veramente alle esigenze dell'Ufficio Ovale (...) Ma Hillary è stata presente in questa stanza, ha preso parte alle decisioni".

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Un riferimento ai quattro anni passati da Hillary Clinton come segretario di stato americano. "E' pronta per il ruolo di comandante in capo", ha concluso, alla vigilia del discorso dell'ex First Lady che accetterà formalmente la nomination come candidata democratica. "Noi siamo tutti consapevoli di quello che significherà per i nostri figli e i nostri nipoti quando Hillary Clinton si insedierà nell'Ufficio Ovale", aveva affermato poco prima, di fronte ai delegati, il vice presidente Joe Biden, che in passato aveva accarezzato l'idea di presentarsi alle primarie democratiche. Il ruolo delle armi nella società americana ha fatto 'irruzione' sulla scena quando Christine Leinonen, madre di Christopher (ucciso con altre 48 persone in un club gay di Orlando), ha dato una testimonianza struggente, che ha ammutolito l'immensa sala di Philadelphia.

Prima di Barack Obama gli altri interventi avevano messo in guardia, con toni diversi, sull'elezione del miliardario populista, "odioso truffatore" secondo il leader dei democratici al Senato Harry Reid. "Al diavolo l'incubo americano di Trump, noi crediamo al sogno americano!", ha tuonato l'ex governatore del Maryland Martin O'Malley, candidato sconfitto alle primarie. L'attrice Sigourney Weaver ha censurato l'operato di un candidato (Trump) che ignora "i fatti e la scienza", rifiutandosi ostinatamente di riconoscere la realtà del cambiamento climatico. Il senatore Tim Kaine, candidato alla vice presidenza, ha riassunto le critiche con una formula ricercata: "Non potete credere a una sola parola che esce dalla bocca di Donald Trump. Il nostro Paese è troppo grande per essere affidato a un adulatore dalle promesse vuote, un bulldozer seguace dell'autopromozione".

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