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Giovedì, 25 Aprile 2024
F35

F(lop) 35, il Pentagono si arrende: "Gli aerei restano a terra"

La scelta del Pentagono dopo un incendio a bordo di un aereo: tutta la flotta degli F35 resta a terra. Così il progetto più costoso della storia della difesa americana sta diventando un super flop

ROMA - Dovevano essere un gioiellino tecnologico. Il progetto più costoso e il fiore all'occhiello della difesa americana. Rischiano di diventare un grosso, costosissimo, flop. L'esercito dello zio Sam ha deciso di lasciare a terra tutta la flotta dei suoi Joint Strike Fighter F-35 per ispezionare i motori. La decisione nasce dall'incendio scoppiato il ventitré giugno scorso a bordo di un velivolo in Florida nella base aerea Eglin, le cui cause non non state ancora individuate. 

L'aeronautica e la marina hanno così ordinato di fermare tutti i voli. "Sono stati richiesti ulteriori controlli ai motori degli F-35 - ha chiarito il portavoce del Pentagono, l'ammiraglio John Kirby - e la ripresa dei voli sarà decisa sulla base dell'esito dei controlli e dell'analisi delle informazioni raccolte. Gli F35 - ha concluso - torneranno a volare solo quando saremo sicuri".

Arriva, insomma, l'ennesima battuta di arresto per i Joint Strike Fighter F35, nelle intenzioni e nelle parole una meraviglia di tecnologia. La realtà, invece, è stata molto meno positiva con i tanti problemi tecnici che hanno fatto lievitare il bilancio - pari ormai a oltre 390 miliardi di dollari per 2443 aerei, con un costo singolo di circa 160 milioni - e allungare i tempi, con almeno sette anni di ritardo. 

Un pasticcio che, inevitabilmente, finirà per condizionare l'Italia, una delle Nazioni che ha ordinato più aerei. In origine dovevano essere centotrenta, poi le proteste e i soliti problemi ai velivoli avevano fatto scendere la quota a novanta. Si andrà ancora più giù?

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