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Giovedì, 28 Marzo 2024
Omosessualità / Francia

Corte Ue: "Giustificata l'esclusione dei gay da donazioni del sangue in Francia"

"L’esclusione permanente dalla donazione per uomini che abbiano avuto rapporti omosessuali può, alla luce della situazione in Francia, essere giustificata", dice una sentenza della Corte di Giustizia europea

Agli inizi degli anni Ottanta, sull’onda della grande diffusione dell’Aids, la Francia decise di impedire agli omosessuali di donare il sangue. Una decisione che, nel corso di trenta e più anni di storia, non ha mancato di far discutere e che oggi è ritornata al centro del dibattito politico, con l’emendamento votato all’unaminità dall’Assemblea Nazionale che annulla il divieto.

Dalla Corte di Giustizia dell’Ue, però, arriva un altolà: “L’esclusione permanente delle donazioni di sangue per uomini che abbiano avuto rapporti omosessuali può, alla luce della situazione in Francia, essere giustificata”.

Secondo la Corte, però, “occorre dimostrare che per queste persone esiste un alto rischio di contrarre gravi malattie infettive, come l’Hiv, e che non sono disponibili tecniche efficaci di ricerca o metodi per assicurare un livello elevato di protezione della salute dei riceventi, meno restrittivi dell’esclusione”. Sta al giudice francese, dice la sentenza, “verificare se, nel caso di un uomo che abbia avuto rapporti sessuali con una persona dello stesso sesso, esista, in Francia, un alto rischio di contrarre gravi malattie infettive trasmissibili con il sangue”, prendendo quindi “in considerazione la situazione epidemiologica”.

La Corte Ue sottolinea, citando i dati in suo possesso, che tra il 2003 e il 2008 in Francia la quasi totalità dei contagi da Hiv è stata originata da un rapporto sessuale, mentre la metà dei nuovi contagi riguardano uomini che hanno avuto rapporti omosessuali, nello stesso periodo, gli omosessuali di sesso maschile sarebbero la popolazione più colpita dal contagio (200 volte in più rispetto agli eterosessuali francesi). Il giudice dovrà quindi inoltre verificare se “alla luce delle attuali conoscenze mediche, scientifiche ed epidemiologiche, i suddetti dati siano affidabili e tuttora rilevanti”, ricordando però che “fra tutti i Paesi dell’Europea e dell’Asia centrale, la Francia è quello che presenta una maggiore prevalenza di Hiv tra gli uomini che hanno avuto relazioni sessuali con altri uomini”.

La normativa francese può “comportare una discriminazione fondata sull’orientamento sessuale nei confronti degli omosessuali maschi” e per questo la Corte Ue sottolinea che “si possono introdurre limiti all’esercizio dei diritti e delle libertà riconosciuti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue solo quando sono necessari e rispondano effettivamente a obiettivi di interesse generale riconosciuti dall’Unione europea o alla necessità di proteggere i diritti e le libertà altrui”. 

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