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Martedì, 19 Marzo 2024
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Germania, "cittadino del Reich" spara contro gli agenti: torna l'incubo neonazista

Durante una perquisizione in casa di un esponente dei "cittadini del Reich", movimento di estrema destra, un uomo di 49 anni ha aperto il fuoco contro la squadra delle forze speciali: il bilancio è di un morto e tre feriti

GERMANIA - Uno dei quattro poliziotti tedeschi feriti ieri da un esponente dei "cittadini del Reich", movimento di estrema destra vicino ai neonazisti, è morto questa mattina in ospedale. Stando a quanto reso noto dalla polizia, l'agente, membro delle forze speciali, aveva 32 anni.

L'OMICIDIO - La sua unità era intervenuta ieri mattina presso l'abitazione di Wolfgang P., nella cittadina bavarese di Georgensmuend, per mettere in sicurezza le armi, una trentina, che l'uomo di 49 anni possedeva con regolare porto d'armi, ma che non poteva più detenere perchè giudicato non più "affidabile" dalle autorità. L'uomo, rimasto leggermente ferito nella sparatoria, è stato arrestato e dovrebbe essere perseguito per "omicidio aggravato", un reato punibile con l'ergastolo.

EMERGENZA NEONAZISTA - Lo scorso luglio il ministro dell'Interno tedesco aveva messo in guardia dalla minaccia di questo movimento di nostalgici dell'Impero tedesco che rivendicano le frontiere del 1937 e si rifiutano di pagare le tasse al governo federale. A fine agosto un altro esponente dei "cittadini del Reich", un uomo di 41 anni che in passato si era fregiato del titolo di "Signor Germania" (il concorso nazionale di bellezza), aveva aperto il fuoco contro degli agenti di un'unità speciale che dovevano espellerlo dalla sua abitazione a Reuden.

SOSTENITORI DI BREVIK - I cittadini del Reich, che rivendicano di vivere in una serie di staterelli fittizi come "il principato di Germania", il "regno di Atlantide", il "sant'Impero Romano" e hanno stampato documenti di identità autonomi, sono un movimento costituito da una galassia di gruppi e gruppuscoli unificati dalla vicinanza alle dottrine neonaziste e dall'ammirazione di figure come quella di Anders Brevik, il massacratore di Utoya. Tra i principi del movimento, la convinzione che la Germania non si sia mai arresa agli alleati e quindi viva sotto occupazione straniera dal 1945, motivo per il quale i Reichsbürger si rifiutano di pagare le tasse federali.

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