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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Tsipras, missione impossibile: "Salviamo la Grecia e l'Europa"

Le banche greche respirano con il nuovo accordo Bce. Ma adesso c'è il rischio di perdere la maggioranza di governo. Dopo solo cinque mesi di governo Tsipras ci sta provando: mettere d'accordo troika e anti-troika

Salvare "capra e cavoli" non è mai stata la specialità di nessuno in politica. Eppure Alexis Tsipras ora dovrà riuscire a fare l'impossibile, se vuole salvare la Grecia dalle due possibili crisi che dovrebbe poter affrontare nei prossimi giorni. Prima di tutto quella con il gruppo dell'eurozona, che in realtà sembra scongiurata dopo che l'Eurotower ha alzato la liquidità d'emergenza (Ela), fornita dalla banca centrale ellenica agli istituti del Paese, a circa 89 miliardi di euro. Ma dopo ogni viaggio bisogna tornare a casa e qui potrebbe esserci un altro problema: l'altra crisi potrebbe venire proprio dal parlamento greco, che all'ultimo momento non voterebbe l'accordo che Tsipras e Varoufakis hanno stipulato con l'Europa. 

Di sicuro il premier greco si sta impegnando in tutti i modi perché il miracolo avvenga. Gli zoccoli duri non sono solo i burocrati di Bruxelles. Da convincere c'è quell'ala più radicale del suo partito (Syriza) che ha quei 30 voti necessari per far passare l'accordo anche in parlamento. Per fare ciò sono state aumentate sia le tasse alle imprese che i contributi previdenziali e sanitari di lavoratori e aziende e in più è passata anche la tassa di solidarietà speciale per chi guadagna più di 30mila euro. Il tutto per riuscire a mantenere quella promessa elettorale: salvare le pensioni e i salari dei dipendenti pubblici, tagliati dalla scure dell'austerity nei cinque anni di governo precedenti al suo. 

SALVARE LE PENSIONI - I pensionati statali costano ogni anno alla Grecia nel 2014 circa sei miliardi di euro e negli ultimi cinque anni sono aumentati di 55.176 unità. Questi dati sono stati forniti direttamente dalla ragioneria di Stato ellenica su richiesta del vice ministro delle Finanze Dimitris Mardas. La strategia politica è stata chiara: non colpire una buona parte del suo elettorato e mantenere le promesse fatte durante le elezioni. 

TASSE AI RICCHI - Ovviamente se non si colpiscono loro la scure arriva sulle imprese e sulle fasce di reddito elevate. Per rimpinguare le casse dello Stato allora le aziende che realizzano un utile annuale superiore ai 500mila euro e coloro che guadagnano più di 30mila euro l'anno vedranno le proprie tasse aumentare del 12%. Così il peso fiscale si sposterebbe dalle fasce medio basse della popolazione a quelle medio alte ma si ridurebbe la competitività delle imprese greche. 

NIENTE IVA SU BOLLETTE E FARMACI - Mentre i creditori dell'Unione hanno proposto una riforma per l'aumento dell'Iva su tutti i prodotti, Atene invece non vuole che si aumenti su bollette e medicinali ma è pronta a includere nella tassazione anche i prodotti di lusso, seguendo la stessa logica politica attuata per il recupero di pensioni e posti di lavoro statali. Inoltre il governo greco su pressione dei Greci indipendenti, junior partner di governo, sarebbe contrario all'abolizione delle aliquote Iva scontate sulle isole, un'esenzione che ha poche ragioni di essere oggi, visto che le isole sono sì svantaggiate nei trasporti con la madrepatria ma sono anche la destinazione preferita dei turisti.

Crisi economica e politica. Grecia nel caos

LE BANCHE CHE SI SVUOTANO - Negli ultimi giorni la corsa ai bancomat ha subìto un’accelerazione, che seguiva proprio l'andamento e le difficoltà nei negoziati tra governo ed Europa. Intanto le concessioni vanno avanti e in questi giorni la borsa di Atene ha aperto in forte rialzo, segno per ora i negoziati sono andati a buon fine.  

Adesso sarà Tsipras che dovrà fare il miracolo, convincere troika e antitroika non solo a dialogare, ma anche a mettersi definitivamente d'accordo. E anche se le prospettive per ora sembrano essere buone (con riforme avviate in madrepatria e concessioni dell'Europa) il rischio che questi due fronti decidano di non collaborare è sempre dietro l'angolo. Una cosa è certa: con borse in rialzo per ora si scongiura la possibilità di un default e di uscita dall'euro. 

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