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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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TTIP, gli Usa vogliono colpire la salute dei cittadini: "Ora abbiamo le prove"

Greenpeace ha pubblicato i documenti segreti sul negoziato in corso tra Unione Europea e Stati Uniti per il partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti: "Ecco le carte del #TTIPleaks"

Dopo gli scandali sugli innumerevoli casi di elusione e frode fiscale emersi con le rivelazioni di Luxleaks e dei Panama papers, questa volta è il negoziato in corso fra Ue e Usa per il Ttip (Partenariato transatlantico sulla liberalizzazione del commercio e la protezione degli investimenti) che è oggetto di una fuga di notizie e documenti segreti, pubblicati su un sito web della sezione olandese di Greenpeace, con l'hashtag #TTIPleaks. I "Ttip papers", per un totale di 248 pagine, sono stati dati in visione a un gruppo selezionato di media europei (tra cui il Guardian, Le Monde, El Pais, e Sueddeutsche Zeitung) e ad Askanews ed Eunews in esclusiva per l'Italia, prima della loro pubblicazione.

Lo scandalo #TTIPleaks - I documenti segreti sul negoziato in corso fra Ue e Usa per il partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti, che Greenpeace ha pubblicato su un sito dedicato con l'hashtag #TTIPleaks, contengono una nota segreta ad uso interno della Commissione europea ("Tactical state of play of the TTIP negotiations- March 2016) in cui si spiega come stanno andando i negoziati. Di seguito, alcuni dei punti più significativi del documento.

Denominazione d'origine dei vini europei non protetta - Gli Stati Uniti rifiutano la domanda dell'Ue di non utilizzare per i loro prodotti 17 denominazioni "semi-generiche" di vini europei, come gli italiani Chianti e Marsala, il greco Retzina, l'ungherese Tokaj, il portoghese Madeira, lo spagnolo Malaga e i francesi Chablis, Sauterne e Champagne. "L'Ue ha ribadito - si legge nella nota confidenziale - che il Ttip deve includere regole complessive sui vini e alcool basate sull'incorporazione degli accordi bilaterali esistenti, ed eliminare la possibilità per i produttori Usa di utilizzare le 17 denominazioni di vini Ue (cosiddetti 'semi-generici') elencati nell'allegato 2 dell`Accordo del 2006 sul vino. Gli Usa hanno reiterato la propria opposizione". Dal canto suo, con una nota, "l'Ue ha espresso forte preoccupazione e continuerà a seguire la questione a livello politico".

Cosmetici - "Complessivamente, la discussione sui cosmetici rimane molto difficile e il margine per raggiungere obiettivi comuni è abbastanza limitato... Gli approcci di Ue e Usa restano inconciliabili e i problemi di accesso al mercato europeo dunque rimarranno", afferma la nota confidenziale della Commissione. Il problema principale del negoziato è la l'uso dei filtri UV, usati in molti cosmetici, che negli Usa devono essere testati per l'eventuale cancerogenicità con studi sugli animali, vietati dalla regolamentazione europea. 

Definizione degli standard tecnici - Gli Stati Uniti vogliono mettere un piede nel sistema di definizione delle norme tecniche armonizzate europee (per esempio per la sicurezza degli accendini o le prese elettriche), che sono sviluppate da due organismi non comunitari: il Cen (Comitato europeo per la standardizzazione) per le norme in generale e il Cenelec per le norme elettrotecniche. Non si prevede, tuttavia, che gli europei possano fare lo stesso con gli organismi di standardizzazione Usa. "Gli Stati Uniti - si legge nella nota - hanno insistito nella loro domanda affinché la Commissione europea 'richieda' che il Cen e il Cenelec coinvolgano esperti statunitensi nello sviluppo del processo di standardizzazione (senza garanzie di reciprocità) come condizione per riferirsi agli standard tecnici armonizzati".

Appalti pubblici - Gli Usa chiedono che nel campo degli appalti "la regolamentazione sia riferita e applicabile a livello di Stati membri" dell'Ue, ma la Commissione europea sottolinea che "gli Stati Uniti non sono stati in grado di offrire risposte o commenti riguardo agli appalti a livello sub-federale, e hanno sottolineato le loro difficoltà e la sensibilità in questo settore". E' un'altra asimmetria nel negoziato: Washington pretende che le misure decise nel Partenariato transatlantico siano oggetto di misure vincolanti sia a livello Ue che dei suoi Stati membri, mentre non dice nulla per quanto riguarda gli Stati americani.

Regolamentazione dei servizi finanziari - "L'Unione europea e gli Stati Uniti non hanno modificato le loro posizioni sulla cooperazione sulle regole dei servizi finanziari: gli Usa continuano a opporsi a discutere questo aspetto nel Ttip, mentre l'Ue ha confermato che la sua offerta per un accesso reciproco ai servizi finanziari si incardina su un impegno soddisfacente degli Stati Uniti nella cooperazione sulle regole", afferma la nota confidenziale della Commissione.

Quali sono i rischi - I documenti, che risalgono al marzo scorso e non sono aggiornati, dunque, con i risultati dell'ultimo "round" negoziale di New York, la settimana scorsa, coprono più di due terzi del totale dei testi del Ttip, e svelano per la prima volta, sulla maggior parte dei settori in discussione, la posizione negoziale degli Usa, che finora era stata mantenuta sempre confidenziale (a differenza della posizione europea, in gran parte pubblica). Leggendoli, secondo Greenpeace, vengono confermate le preoccupazioni principali espresse dalla società civile e dalle Ong ambientaliste sul negoziato transatlantico, che appare soprattutto orientato ad abbassare, quando non a smantellare, gli standard attuali e futuri di protezione dell'ambiente e della salute applicati in Europa, e a dare alle lobby industriali e commerciali il diritto di accedere, influenzandoli pesantemente, ai meccanismi di decisione delle norme Ue fin dalle sue fasi preliminari, con un rischio evidente di stravolgimento del gioco democratico. "Una porta aperta per le lobby delle 'corporation'" secondo Greenpeace, che accusa gli Stati Uniti di un "deliberato tentativo di cambiare il processo decisionale democratico dell'Ue". Inoltre, dai "Ttip papers" appare evidente che gli americani sono particolarmente aggressivi e determinati nel loro tentativo di costringere l'Ue a rinunciare al "principio di precauzione" come base per la gestione del rischio nell'approccio normativo riguardo alle politiche di protezione dell'ambiente e della salute, e in particolare per la regolamentazione delle sostanze chimiche, dei pesticidi, degli Organismi geneticamente modificati (che vengono citati nei documenti con il termine "moderne tecnologie in agricoltura" e mai con la loro sigla Ogm)

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