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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Siria, le bombe del regime hanno ridotto Duma allo stremo: "Si vive nel sottosuolo"

Dall'inizio dell'offensiva lanciata dalle forze del regime siriano sulla parte controllata dai ribelli nella Ghouta Orientale sono almeno 800 i civili uccisi. Un convoglio umanitario dell'Unicef è riuscito a entrare dopo quasi quattro mesi per alcune ore nella città devastata

In Siria si continua a morire. Dall'inizio dell'offensiva lanciata dalle forze del regime siriano sulla parte controllata dai ribelli nella Ghouta Orientale, sono almeno 800 i civili uccisi a causa dei bombardamenti. A Duma (il più grosso centro della Ghouta orientale, una delle ultime zone in mano ai ribelli, che Assad sta per riconquistare) le famiglie vivono per lo più nel sottosuolo da quattro settimane, con alcuni seminterrati che ora ospitano quasi 200 persone. Decine di famiglie provenienti da altre località erano state sfollate a Duma per sfuggire ai combattimenti.

Convoglio umanitario riesce a raggiungere Duma

UNICEF, ONU e Mezzaluna Rossa Siriana hanno fornito assistenza umanitaria – cibo, kit sanitari e nutrizionali - a 27.500 persone - bambini e  famiglie - di Duma (Ghouta orientale) nell’ambito di una missione giunta  ieri a Duma, non completata  a causa delle condizioni di forte insicurezza. Il   convoglio - composto da  46 camion – comprendeva cinque camion dell'UNICEF con aiuti sanitari e nutrizionali; anche operatori dell'UNICEF ha partecipato all'operazione. Alcuni articoli sono stati  rimossi dai camion dell'UNICEF dalle autorità siriane; questi includevano alcuni kit medici, in particolare kit chirurgici e di ostetricia e, per la prima volta, quelli utilizzati per il trattamento delle malattie diarroiche. L'ultimo convoglio a raggiungere Duma con aiuti umanitari è stato lo scorso 15 novembre 2017; questo è stato il primo convoglio ad entrare a Ghouta orientale dopo l'adozione della Risoluzione 2401.

Popolazione allo stremo

Le parole di Christophe Boulierac, Portavoce UNICEF Ginevra delineano una situazione che va oltre ogni immaginazione: "Anche se non è stato possibile effettuare la missione di valutazione come previsto, gli operatori UNICEF entrati a Duma hanno segnalato una situazione terribile, in cui la paura e la rabbia della popolazione locale era palpabile: le famiglie hanno scarso accesso all'acqua pulita e cercavano pompe manuali per prelevare l'acqua da pozzi poco profondi. La situazione igienica è molto difficile: le famiglie utilizzano servizi igienici di fortuna o persino secchi nei seminterrati".

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Violenza fuori controllo in Siria

"Alcune comunità stavano organizzando lezioni per i bambini nei seminterrati. Usando il manuale di autoapprendimento dell'UNICEF, avevano allestito lavagne nei seminterrati e organizzato classi dove possibile. Un operatore UNICEF  ha incontrato un bambino di 8 anni che ha riferito che l'unico pasto che ha avuto in tutto il giorno è stato grano cotto con acqua e zucchero. Ieri aveva ricevuto solo una ciotola di riso e non sapeva  se il giorno dopo  avrebbe mangiato. La violenza in altre zone della Siria ha continuato a colpire anche i bambini, in particolare ad Idlib, Afrin, Deir-ez-Zor, Damasco e in parti di Aleppo. I primi due mesi del 2018 sono stati particolarmente sanguinosi per i bambini in Siria: l'UNICEF ha ricevuto segnalazioni che oltre 1.000 bambini sono stati uccisi o gravemente feriti nei primi due mesi dell’anno. In Siria ci sono  5,3 milioni di bambini bisognosi di assistenza, di cui quasi 2 milioni vivono in aree assediate e difficili da raggiungere, senza diritti fondamentali e assistenza”.

Appello Onu

Il segretario generale Antonio Guterres ha chiesto di garantire l'immediato accesso ai convogli umanitari in Siria. In un comunicato diffuso dall'Onu si legge che Guterres esorta tutte le parti a consentire in particolare ai convogli umanitari di tornare domani nella città di Douma, nella Ghouta orientale, per completare la consegna degli aiuti "come precedentemente concordato con le autorità siriane". Lunedì scorso, infatti, gli operatori umanitari hanno lasciato la regione, dopo aver scaricato 32 dei 46 camion del convoglio, a causa dei raid aerei e dei colpi di artiglieria. Il segretario generale delle Nazioni Unite "invita tutte le parti a garantire immediatamente un accesso sicuro e senza ostacoli ad altri convogli per distribuire forniture essenziali a centinaia di migliaia di persone che ne hanno disperatamente bisogno".

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