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Giovedì, 25 Aprile 2024
MEDIO ORIENTE / Iran

La guerra in Iran è già scoppiata tra Ahmadinejad e Khamenei

Braccio di ferro sempre più teso tra il presidente iraniano e gli alleati della guida suprema

Il divieto opposto dalla magistratura alla richiesta del Presidente Mahmoud Ahmadinejad di poter accedere alla prigione di Evin, a Teheran, ha fatto emergere il lungo e aspro braccio di ferro tra il capo dello Stato e gli ultraconservatori vicini alla Guida suprema, Ayatollah Ali Khamenei.

In una lettera pubblicata dai siti iraniani, il Presidente ha infatti accusato la massima autorità della magistratuta, l'ayatollah Sadegh Larijani, nominato da Khamenei nel 2009, di proteggere "certe persone" dalle indagini per corruzione, tra cui il fratello Ali, attuale presidente del Parlamento, e altri alti funzionari dello Stato, ribadendo la sua domanda di poter visitare uno dei suoi più stretti collaboratori nel carcere della capitale. Detenuto da oltre un mese, il consulente per la stampa di Ahmadinejad, Ali Akbar Javanfekr, è stato condannato a sei mesi di carcere per aver pubblicato materiale considerato oltraggioso verso la Guida suprema.

Citando una serie di articoli della costituzione, Ahmadinejad ha scritto nella missiva di essere "determinato a rispettare appieno la Carta costituzionale", aggiungendo che, "visitando le prigioni e alcune corti di giustizia, sarò in grado di valutare come la costituzione e i diritti naturali delle persone vengono rispettati, riferendone quindi alla nazione e al leader supremo".

Nel suo rifiuto alla visita di Evin, la magistratura aveva definito "inappropriata" la visita del Presidente, sottolineando che avrebbe distratto l'attenzione dai problemi economici del Paese.

Diversi analisti hanno letto l'attacco aperto di Ahmadinejad a Larijani come la sua intenzione a fronteggiare, pubblicamente, i suoi nemici polici. "Ahmadinejad ha creato una situazione di cui solo lui può trarre beneficio", ha detto al New York Times Amir Mohebbian, un analista politico vicino all'ayatollah Khamenei, riferendosi alla sua richiesta di visitare Evin. "Se gli viene negato l'accesso, i suoi oppositori appariranno irragionevoli. Se riuscirà a entrare a Evin, appariranno invece deboli", ha precisato.

Secondo gli analisti, l'esito dello scontro definirà l'influenza del Presidente una volta completato il suo secondo e ultimo mandato, nel luglio 2013. Ahmadinejad sta infatti cercando di presentarsi sempre più come un uomo del popolo, le cui politiche vengono ostacolate da alti funzionari di governo di lungo corso, per puri interessi personali. "Facendo riferimento agli articoli della Costituzione nella sua lettera, Ahmadinejad sta sottolineando che lui rappresenta il popolo, perchè è questo che lo ha eletto", ha commentato al Nyt un giornalista iraniano, Nader Karimi.

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