Isis, è guerra: primi raid americani vicino a Baghdad
Dopo le parole, i fatti: gli Stati Uniti hanno condotto i primi raid aerei contro i jihadisti dell'Isis vicino a Baghdad, prendendo di mira per la prima volta gli integralisti sunniti
ROMA - Barack Obama aveva annunciato che una campagna estesa cercherà di "far retrocedere e, in definitiva, distruggere l'Isis". Dalle parole ai fatti il passo è stato breve, perché gli Stati Uniti hanno condotto i primi raid contro i jihadisti dell'autoproclamato Stato Islamico vicino alla capitale irachena Baghdad, in quello che un funzionario della Difesa Usa ha definito l'inizio di un intensificarsi delle azioni contro lo Stato islamico. Un altro raid è stato condotto vicino al monte Sinjar, nel nord ovest dell'Iraq.
I blitz sono stati lanciati per distruggere le postazioni nemiche e difendere le forze irachene sotto attacco, come deciso nel vertice che si è tenuto ieri a Parigi. Non è stato precisato il luogo degli attacchi, né le postazioni colpite.
L'operazione militare segue il vertice di Parigi, che ha visto riuniti 27 Paesi, occidentali e arabi, per la creazione di un fronte anti-Isis. Lotta "con ogni mezzo necessario" alla minaccia globale dell'esercito islamico, appoggio incondizionato a Baghdad contro i jihadisti, coalizione ampia che guarda oltre i suoi confini: sono questi i putni del documento conclusivo stilato dopo l'incontro. I Paesi partecipanti, unanimi nel sostenere che bisogna sconfiggere lo Stato islamico, si sono impegnati a sostenere con tutti i mezzi il governo iracheno.
"Non c'è tempo da perdere contro lo stato islamico, e bisogna sostenere con ogni mezzo l'opposizione democratica in Siria", aveva detto il presidente francese, François Hollande, aprendo la Conferenza di Parigi per una strategia comune contro l'Isis. E l'offensiva militare contro i jihadisti è il segnale che ora si è creato un fronte comune contro il Califfato.
