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Venerdì, 19 Aprile 2024
Mondo Libia

Bombe Usa contro l'Isis: i raid aerei partiranno dall'Italia

Il governo libico ha chiesto incursioni aeree americane contro i militanti dello Stato Islamico. E il governo italiano ha acconsentito a concedere le proprie basi militari

L'offensiva contro l'Isis in Libia è partita ieri e potrebbe durare settimane. E i partner della coalizione internazionale che sostengono il governo di unità nazionale libico, dopo il via ai raid aerei degli Stati Uniti, sono chiamati a fornire sostegno. Italia compresa.

Si fa sempre più concreto, infatti, il coinvolgimento del nostro Paese nelle operazioni. Un ruolo innanzitutto logistico, con le basi militari di Sigonella, per cui è già arrivato l'ok da Roma, e forse anche di Aviano. Ma l'ipotesi riguarda anche un intervento diretto dell'Italia nei bombardamenti. Secondo quanto riporta Repubblica, che cita l'esecutivo, infatti, "la prossima volta la richiesta di Tripoli potrebbe essere fatta direttamente all'Italia, ovvero l'Italia potrebbe essere chiamata a svolgere un ruolo".

Carlo Bonini ipotizza un nostro possibile e imminente coinvolgimento militare in operazioni aeree nei cieli libici:

La prossima volta, insomma, i caccia potrebbero levarsi in volo non dal ponte di una portaerei della Us Navy, come accaduto ieri, ma dalle piste di Sigonella o di Aviano. Se necessario anche con il coinvolgimento operativo dei nostri aerei. Perché questo prevedono gli accordi che il nostro Paese ha stretto in sede internazionale.

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L'Italia fa sapere che l'informazione dell'attacco americano era stata data lo scorso 21 luglio, un attacco che era stato chiesto dal premier libico Fayez Sarraj, in affanno nel conflitto con lo Stato islamico. Una nuova fase della guerra al Califfato, nella quale l'Italia, per forza di cose, giocherà un ruolo decisivo: la Libia, infatti, dista soltanto una manciata di chilometri dalle nostre coste. Per i primi attacchi Usa in Libia sono state utilizzate delle basi militari in Giordania e le unità navali americane schierate nel Mediterraneo. Ma il comando statunitense ha fatto sapere che i raid proseguiranno, e che saranno necessarie nuove basi. Tra queste quella di Sigonella: l'ok da parte dell'Italia era arrivato già qualche settimana fa. Forse anche Aviano in Friuli Venezia Giulia: gli Usa ne hanno chiesto la disponibilità, ma ancora l'Italia non ha dato una risposta al riguardo.

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Sulla questione è intervenuto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. "Valuteremo se ci saranno richieste, naturalmente se prenderemo decisioni ne informeremo il Parlamento", ha spiegato. "La cosa che gli italiani devono sapere è che si tratta di interventi mirati contro le posizioni di Daesh attorno a Sirte, città costiera diventata la roccaforte di Daesh in Libia". "Credo sia un fatto molto positivo che gli americani abbiano deciso di intervenire", ha concluso il ministro.
 

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