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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Guerra in Libia, 15mila in fuga: 130 morti, 35 erano bambini

Le violenze in Libia sembrano non risparmiare nessuno: tra le vittime anche sei medici mentre diverse ambulanze sono andate distrutte nei combattimenti tra le milizie attorno a Tripoli

"La situazione in Libia è davvero drammatica. Il bilancio dei morti è salito a 130. Di questi 35 sono bambini". Così all'Adnkronos Foad Aodi, presidente dell'Associazione Medici Stranieri in Italia in contatto con medici libici in vari ospedali.

"Ci sono 750 feriti, di cui 200 in gravi condizioni, sappiamo anche di 30 donne violentate, 6 sono morte".

Le violenze in Libia sembrano non risparmiare nessuno: tra le vittime anche sei medici mentre diverse ambulanze sono andate distrutte nei combattimenti.

"Gli ospedali in Libia -afferma ancora Foad Aodi- sono al collasso. Il bilancio delle vittime, rispetto a ieri in cui si parlava di 100 morti, è aumentato così velocemente perché molti feriti gravi non hanno ricevuto cure adeguate".

A Tripoli manca tutto: l'elettricità, i medici, gli infermieri, i medicinali e il sangue. "I più fortunati riescono ad arrivare in un ospedale ma c'è anche chi, a causa delle ferite, non sopravvive perché nessun medico può raggiungerlo o non riesce a spostarsi".

Guerra in Libia, la situazione

Gli sfollati sono ormai più di 15mila mentre le famiglie libiche stanno fuggendo. Aodi denuncia come vengano reclutati come soldati anche minorenni: "Si tratta di oltre 1.000 ragazzini negli ultimi mesi, tra i 14 e i 17 anni, non tutti libici. Ci sono anche reduci dalla Siria. Alcuni sono giovani di famiglie povere che vengono ricattate".

Libia, la situazione a Tripoli

Intanto il governo di unità nazionale (Gna) libico riconosciuto dalla comunità internazionale ha esortato il Consiglio di sicurezza dell'Onu ad agire per fermare l'offensiva lanciata dal maresciallo Khalifa Haftar su Tripoli, rammaricandosi per la divisione della comunità internazionale sulla Libia. "Vogliamo un intervento politico non militare" ha detto il ministro degli Esteri dello Gna, Mohamad Tahar Siala

Tuttavia nelle due riunioni degli ultimi giorni il Consiglio di sicurezza Onu non ha potuto mettersi d'accordo su un comunicato, nè su una risoluzione.

Le truppe guidate da Haftar si stanno dirigendo verso Tripoli, dove ha sede il governo di Fayez al Serraj, riconosciuto da Italia e Nazioni Unite. Le milizie che difendono la Capitale hanno risposto all'offensiva e da Misurata stanno giungendo rinforzi. 

In migliaia in piazza additano responsabilità francesi nell'offensiva di Haftar. Tra gli indiziati mandanti della nuova crisi anche l'Arabia Saudita: secondo il Wall Street Journal sarebbero stati promessi decine di milioni di dollari per "pagare" lo sforzo bellico e ribaltare il governo tripolino.

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