Siria, la catastrofe: "Paese verso lo sfascio totale"
Non si ferma la violenta offensiva dell'esercito. Più di 1.000 feriti a Qusayr. I medici: "Non abbiamo tempo per seppellire le vittime. Alcuni rimangono per giorni nelle strade. L'odore di morte è dappertutto, non è umano. Dov'è il mondo?"
Sono oltre 1.000 i feriti nella città di Qusayr, da tre settimane teatro di una violenta offensiva del regime di Damasco e ormai allo stremo. A denunciarlo ad Al Jazeera è un medico, Kassem Al Zein, che coordina le cure in diversi ospedali di fortuna, riferendo di come i feriti vengano orami curati anche in abitazioni private, dopo la distruzione del principale ospedale della città.
"Quattro giorni fa, alcuni dei feriti sono stati portati fuori dalla città, ma sono stati colpiti dalle forze del regime. Alcuni di loro sono tornati con ancora più ferite - ha detto - è una catastrofe seria. I martiri sono oltre 200. Non abbiamo tempo per seppellirli. Alcuni rimangono per giorni nelle strade. L'odore di morte è dappertutto, non è umano. Dov'è il mondo?, dove sono le organizzazioni che sostengono di aiutare le persone? Abbiamo perso tutto".
SIRIA, LA TRAGEDIA QUOTIDIANA
I caccia siriani hanno bombardato per ore la città di Qusayr, mentre l'offensiva del regime - sostenuto dai combattenti libanesi di Hezbollah - per riconquistare la città è entrata nella sua terza settimana. L'assalto è stato sferrato con l'opposizione scossa dal ritiro di uno dei principali gruppi del Consiglio nazionale siriano, con i leader della coalizione accusati di fare un cattivo uso dei fondi e di agire in base ai propri interessi.
ARMI CHIMICHE: L'ACCUSA DEI MEDICI
L'Osservatorio siriano dei diritti umani (Sohr) ha segnalato aspri combattimenti sia nella città strategica vicina alla frontiera con il Libano sia a Dabaa, leggermente più a nord di Qusayr. Dabaa, sede di una basa aerea in disuso dell'aviazione militare che i ribelli che combattono il regime di Bashar al Assad hanno conquistato, è ancora parzialmente sotto il controllo degli insorti.
GIORDANIA - Gli Stati Uniti dispiegheranno missili Patriot e aerei da combattimento F-16 in Giordania, Paese alla frontiera con la Siria, per esercitazioni militari al termine delle quali alcune apparecchiature potrebbero restare sul posto. Lo hanno annunciato responsabili americani. "Per rafforzare la capacità e la posizione difensiva della Giordania, alcune apparecchiature potrebbero restare sul posto al termine dell'esercitazione, su richiesta del governo" di Amman, ha annunciato il tenente colonnello T.G. Taylor in un comunicato.
REVOCATO L'EMBARGO SULLE ARMI AI RIBELLI
"SFASCIO TOTALE" - Se la Conferenza Internazionale di Ginevra sulla Siria auspicata da Russia e Stati Uniti non avrà luogo il Paese si dirigerà verso "lo sfascio totale": lo ha dichiarato il vicesegretario generale della Lega Araba, Ahmed Ben Helli, precisando che nessuna data è ancora stata fissata per lo svolgimento del vertice.
Mercoledì è tuttavia in programma a Ginevra una riunione preparatoria; secondo Ben Helli tuttavia "gli interventi militari in Siria" complicano le cose, alludendo all'Iran e alle milizie sciite libanesi di Hezbollah, che sostengono il regime di Bashar al-Assad.
VOLONTARI DAI BALCANI - La nuova frontiera per i giovani radicali islamici dei Balcani è la Siria. Lo racconta oggi il sito internet del quotidiano svizzero Le Temps, che ha realizzato un'inchiesta in Bosnia, Albania, Kosovo e sud della Serbia.
Secondo il giornale elvetico sono "decine" i giovani della regione che hanno risposto al richiamo del "jihad" e sono andati in Siria. Una decina di loro sono già "martiri", cioè sono morti sul campo. Gli ultimi martiri di cui si ha notizia venivano da Novi Pazar, nel sud della Serbia. Si tratta di due giovani, Abu Merdi e Abu Bera, e sono caduti a metà maggio. Il primo lascia una moglie e quattro figli.
ALEPPO - Ventisei persone, fra cui sei donne e otto bambini, sono state uccise da un missile caduto su un villaggio nei pressi di Aleppo, nel nord della Siria. Lo ha affermato oggi l'Osservatorio siriano dei diritti umani (Sohr). "Domenica verso mezzanotte, 26 persone sono morte, fra cui sei donne e otto minori, per la caduta di quello che sembra essere un missile terra-terra sulla località di Kfar Hamra", all'ingresso nord ovest di Aleppo, ha spiegato l'Osservatorio, che si avvale di una vasta rete di militanti sul campo e di fonti mediche civili e militari nell'intero Paese.