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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Incendi in Amazzonia, la preoccupazione è globale: polemica tra Bolsonaro e Macron

Il presidente francese chiede di discutere la questione al G7, Bolsonaro lo accusa di “colonialismo” e di strumentalizzare una “questione interna al Brasile”. Ma la situazione è critica e lo stesso presidente brasiliano sta valutando l’intervento dell’esercito

L’Amazzonia brucia da giorni e gli occhi del mondo sono rivolti con preoccupazione al Brasile, tra i cui confini si trova il 65 percento della sua estensione totale: con i suoi 5,5 milioni di chilometri quadrati, è la foresta pluviale più grande del mondo e da sola produce il 20% dell’ossigeno del pianeta. Il presidente francese Emmanuel Macron ha lanciato un allarme e ha richiamato l’attenzione mondiale sulla questione, invitando i paesi membri del G7 a discutere l’emergenza nell'imminente vertice in Francia.

macron amazzonia twitter-2

Il tweet con l’appello lanciato da Macron (“La nostra casa sta bruciando. Letteralmente. La foresta pluviale amazzonica - il polmone che produce il 20% dell'ossigeno del nostro pianeta - è in fiamme. È una crisi internazionale. Membri del vertice del G7, discutiamo di questa emergenza tra due giorni!”) ha provocato la risposta piccata dal presidente brasiliano Jair Bolsorano sempre tramite Twitter:

“Mi dispiace che il presidente Macron cerchi di strumentalizzare una questione interna del Brasile e di altri Paesi amazzonici per vantaggi politici personali. Il tono sensazionalista con cui si riferisce all'Amazzonia (accompagnato tra l'altro da foto false) non fa nulla per risolvere il problema. Il governo brasiliano rimane aperto al dialogo, basato su dati oggettivi e rispetto reciproco. Il suggerimento del presidente francese di discutere le questioni amazzoniche al G7 senza la partecipazione dei Paesi della regione evoca una mentalità colonialista fuori luogo nel 21esimo secolo”

bolsonaro amazzonia macron twitter-2

Bolsonaro fa riferimento ad alcune foto circolate ultimamente e molto condivise sui social, dove da giorni, tramite gli hasthag relativi agli incendi (ad esempio #PrayForAmazonas), rimbalzano appelli e grafici sulla situazione degli incendi e sul loro impatto globale. Molte delle immagini utilizzate infatti si riferiscono ad incendi avvenuti precedentemente in Amazzonia oppure in altri luoghi. Il problema degli incendi però rimane. L’appello di Emmanuel Macron a parlare di quanto sta accadendo nella foresta pluviale al G7 è stato raccolto anche dalla cancelleria tedesca Angela Merkel e anche il segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres si è detto “profondamente preoccupato” per quanto sta accadendo "perché “nel mezzo della crisi climatica globale, non possiamo permetterci altri danni a un'importante fonte di ossigeno e biodiversità. L'Amazzonia deve essere protetta”. Il movimento “Fridays For Future” della giovane attivista svedese Greta Thunberg ha lanciato un appello per manifestare davanti alle ambasciate e ai consolati brasiliani nel mondo (qui la cronaca della manifestazione di questa mattina a Milano davanti al consolato del Brasile). Anche la Commissione europea è “seriamente preoccupata” per gli incendi in Amazzonia, come ha fatto sapere la portavoce dell'Esecutivo Ue Mina Andreeva, e "appoggia l'iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron di discutere" dell'emergenza "al prossimo meeting del G7" ed "è in contatto con le autorità brasiliane e boliviane, pronta a fornire assistenza".

Il fumo prodotto dagli incendi in Amazzonia risulta visibile dallo spazio: a catturarne le immagini, il 20 e 21 agosto, sono stati il satellite Sentinel 3, del programma europeo Copernicus dell'Agenzia spaziale europea (Esa), e quello della Nasa, Suomi National Polar-orbiting Partnership. "Non è inusuale vedere incendi in Brasile in questo momento dell'anno - scrive la Nasa sul suo sito - per via delle alte temperature e della poca umidità. Il tempo ci dirà se quest'anno si è segnato un nuovo record o si è entro i normali limiti".

Amazzonia, Bolsonaro valuta l'intervento dell'esercito (ma "il problema sono i fondi")

Poco dopo lo scrontro social con Macron, Bolsonaro ha fatto sapere ai giornalisti di star valutando l'invio dell'esercito in Amazzonia a sostegno delle squadre di emergenza che stanno cercando di domare gli incendi. "Faremo quello che è per noi possibile", ha aggiunto sottolineando che "il problema sono i fondi". Per inviare l'esercito, Bolsonaro - ex capitano dell'esercito che ha più volte lodato gli anni della dittatura militare - potrebbe avvalersi dell'autorità che permette al capo di stato brasiliano di affiancare l'esercito alle forze di pubblica sicurezza per un periodo limitato di tempo e per preservare l'ordine pubblico, l'integrità della popolazione e garantire il funzionamento delle istituzioni. Intanto, il presidente ha dato istruzioni a tutti i suoi ministeri di adottare "misure necessarie per la lotta agli incendi nella regione dell'Amazzonia con il fine di preservare e difendere la flora amazzonica, patrimonio nazionale".

Da Bolsonaro accuse senza prove alle ong

In un primo momento Bolsonaro ha accusato, senza prove, le organizzazioni non governative che si occupano dell'ambiente di aver provocato gli incendi per “richiamare l’attenzione” contro il suo governo, che ha tagliato i fondi pubblici nei loro confronti. Nelle scorse settimane poi Bolsonaro, che durante la campagna elettorale aveva promesso di aprire la Foresta Amazzonica alle attività economiche, ha licenziato il direttore dell’agenzia governativa che monitora la regione (l’INPE) accusandolo di mentire sul disboscamento, smentendo i dati diffusi dall’ente che parlano invece di una deforestazione aumentata in modo vertiginoso a partire dall’inizio dell’anno, da quando ciò il presidente populista si è insediato. Bolsonaro aveva poi fatto marcia indietro sulle accuse alle ong e ai gruppi ambientalisti smentendo di averli mai accusati di aver appiccato gli incendi e specificando di aver espresso soltanto delle “congetture”. In un discorso trasmesso su Facebook, Bolsonaro ha ammesso poi che il suo governo non ha i mezzi sufficienti per contrastare gli incendi, assicurando però l'esecutivo sta indagando sulla natura e le cause degli incendi. Bolsonaro ha poi ammesso la possibilità che ad appiccare gli incendi possano essere stati i proprietari agricoli. “Tutti sono sospettati” ma, ha ribadito, “i sospetti principali puntano alle ong”.

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