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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il caso

Terroristi in fuga e quella "cellula belga": i dubbi sulla strage di Parigi

Chi erano gli attentatori e dove si nascondono quelli riusciti a scappare? Dove hanno soggiornato prima degli attacchi? Chi ha dato loro l'appoggio logistico in Belgio? A quattro giorni dagli attentati di Parigi, facciamo il punto sull'inchiesta

ROMA - A quattro giorni dagli attentati che hanno sconvolto Parigi, uccidendo 129 persone, i dubbi e le domande degli investigatori francesi si concentrano sull'organizzazione degli attacchi, sul numero esatto degli attentatori e la localizzazione dell'uomo, forse più uomini, ancora in fuga. Stamattina il quotidiano francese Le Monde ha fatto il punto sulle indagini.

QUANTI ERANO I TERRORISTI E CHI ERANO - A oggi cinque terroristi, tutti francesi, sono stati identificati: Samy Amimour (28 anni), Omar Ismail Mostefai (29 anni), Bilal Hadfi (20 anni) e Brahim Abdeslam (31 anni), kamikaze, e Salah Abdeslam (26 anni), in fuga. Tre membri del commando sono ancora in corso di identificazione: uno dei protagonisti dell'attacco al Bataclan, morto nel raid di polizia nella sala per concerti e due kamikaze dello Stade de France, uno dei quali è stato trovato con un passaporto siriano. Nonostante lo stato dei corpi, i volti sono riconoscibili per le ricerche fotografiche, mentre proseguono gli esami del Dna. Ma gli investigatori si interrogano sulla possibilità che un secondo uomo che ha partecipato agli attentati sia in fuga.

Francia assediata, Parigi brucia (Infophoto)

Secondo molte testimonianze, la Seat nera che ha trasportato i membri del commando che ha sparato sui clienti dei caffè e dei ristoranti del decimo e undicesimo arrondissement aveva tre passeggeri. Tra questi, i fratelli Brahim e Salah Abdeslam, quindi un terzo uomo non identificato. La vettura è stata trovata a Montreuil domenica, con tre kalashnikov e caricatori abbandonati all'interno. Nove familiari di Omar Ismail Mostefai e Samy Amimour sono ancora in stato di fermo, mentre la sorella quindicenne di Samy Amimour è stata rilasciata.

LA MAMMA DI UN TERRORISTA: "MIO FIGLIO ERA STRESSATO"

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DOVE HANNO SOGGIORNATO I TERRORISTI - Secondo Le Monde la polizia ha individuato due appartamenti usati come rifugi dagli autori degli attentati. Il primo, a Bobigny, era stato affittato da Brahim Abdeslam attraverso il sito Homelidays dal 10 al 17 novembre. Il proprietario ha detto agli agenti di aver incontrato i tre uomini che lo occupavano martedì scorso. Si erano presentati come dipendenti di una società di sicurezza belga. Sul luogo sono stati trovati telefoni ancora imballati, ma nessuna arma. Il secondo è in un residence di Alfortville. Salah Abdeslam, ancora in fuga e inseguito da un mandato d'arresto internazionale, ha noleggiato la Polo nera trovata al Bataclan. Ieri la stampa belga aveva annunciato il suo arresto a Molenbeek, poi smentito.

SIRINGHE E PIZZA: NELLA STANZA DELL'ATTENTATORE

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GLI APPOGGI IN BELGIO - In Belgio, due uomini fermati sabato sono stati arrestati per "attentato terrorista". Si tratta di due belgi che, su richiesta di Salah Abdeslam, sono andati a prenderlo a Parigi nella notte tra venerdì e sabato. Hamza Attou e Mohamed Amri hanno sostenuto che ignoravano il ruolo di Salah Abdeslam negli attentati, cosa di cui la polizia dubita. Gli investigatori ritengono invece che Amri abbia collaborato alla fabbricazione degli esplosivi. I tre uomini sono stati controllati dopo le nove di sabato a un casello vicino Cambrai. Mohamed Amri era al volante. I nomi dei tre non comparivano nelle segnalazioni della polizia francese. Hanno trovato il nome di Abdeslam nel "sistema d'informazione Schengen", ma solo per fatti di delinquenza comune. Il terzo fratello Abdeslam, Mohamed, è stato rilasciato ieri dalla polizia belga. Lavora al comune di Molenbeek da una decina d'anni, "affascinante" secondo il suo capo, ha fatto parte del gabinetto dell'ex sindaco Philippe Moureaux, importante figura politica locale. Mohamed Abdeslam ha detto di non sapere nulla dei progetti dei suoi fratelli.

Inferno in Francia, Parigi sotto assedio - Foto da Twitter

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