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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Gli Usa accusano: "In Iran migliaia di manifestanti arrestati, torturati e uccisi"

Venerdì gli Stati Uniti decideranno se continuare a seguire il piano per il nucleare iraniano che ha abolito le sanzioni al Paese. Trump potrebbe usare l’argomento delle proteste anti-regime per sostenere l’inaffidabilità del governo iraniano

I "guardiani della rivoluzione" hanno annunciato che le proteste che hanno infiammato l'Iran sono definitivamente "sedate" ma l'onda lunga della rivolta è tutt'altro che finita. Il governo degli Stati Uniti ha denunciato che sono "migliaia" le persone arrestate durante le proteste antigovernative accusando il regime di Teheran di aver anche in alcuni casi torturato e ucciso manifestanti. Per questo, la portavoce della casa Bianca Sarah Huckabee Sanders, ha chiesto la "liberazione immediata di tutti i prigionieri politici". 

"Non resteremo in silenzio mentre la dittatura iraniana reprime i diritti fondamentali dei suoi cittadini e riterremo i leader iraniani responsabili di ogni violazione"

Di contro la guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, ha accusato gli Stati Uniti e la Gran Bretagna di aver tentato di sovvertire l'ordine dello Stato manovrando le proteste di piazza che dalla fine del mese di dicembre sono dilagate in 80 città iraniane. 

L'ayatollah ha attaccato frontalmente il presidente americano Donald Trump: "Questo leader sembra non essere una persona stabile. Recentemente proprio negli Stati Uniti si è parlato di suoi problemi mentali a psichiatrici. Anche a noi è giunta voce. Ma vogliamo far sapere, sia a lui che agli altri regimi stranieri a noi ostili, che le loro folli acrobazie non resteranno senza risposta". 

E c'è da aspettarsi che anche le minacce dell'ayatollah non passeranno inosservate tanto più che venerdì gli Stati Uniti decideranno se continuare a seguire il piano per il nucleare iraniano che ha abolito le sanzioni al Paese asiatico, o se tornare alla linea dura. La linea verrà decisa dal presidente statunitense dopo consultazioni con il segretario di Stato e il segretario alla difesa.

Le proteste iniziate giovedì 28 dicembre a Mashhad si erano diffuse molto rapidamente in diverse zone dell’Iran, prendendo alla sprovvista politici e religiosi iraniani. 

Trump potrebbe usare l’argomento delle proteste anti-regime degli ultimi giorni per sostenere l’inaffidabilità del governo iraniano e dare forza a chi fin dal principio si era opposto all’accordo sul nucleare; oppure potrebbe decidere di rinnovare, almeno per ora, la rimozione delle sanzioni e trovare altri modi per opporsi all’Iran.

Il guro di vite del regime di Teheran

Teheran ha deciso di bloccare Telegram, unico social network superstite, perchè veniva usato dsai manifestanti per scambiare foto video e, soprattutto, organizzare la protesta.

Le autorità giudiziarie iraniane vogliono bandire dal paese Telegram e Instagram, dopo che autorevoli esponenti del governo e guide religiose hanno accusato le due aziende di aver favorito le recenti proteste avvenute in Iran. Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa iraniana Mizanonline, il sostituto procuratore generale iraniano Abdol-Samad Khorramsbadi ha detto che "questi media non distribuiscono solo contenuti contrari alla sicurezza interna del paese, ma si oppongono anche ai valori islamici".

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