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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Isaiah come Charlie Gard: i genitori lottano per non staccare la spina

Per i medici ogni tentativo di mantenere in vita il piccolo è "futile": troppo gravi le sue condizioni dopo i "catastrofici" danni cerebrali subiti durante il parto. I genitori hanno intrapreso una battaglia legale per tenere in vita il figlio

Un bambino gravemente malato, una coppia di genitori attaccati a una speranza e i medici che rifiutano quello che considerano accanimento terapeutico. Sembra di rivedere la triste storia del piccolo Charlie Gard, il bimbo inglese affetto da una malattia degenerativa incurabile morto lo scorso luglio e finito al centro di una battaglia legale e mediatica.

Nel Regno Unito infatti un altro piccolo vive attaccato a una macchina, non può muoversi né respirare senza assistenza e soprattutto potrebbe soffrire un forte dolore fisico. Per questo gli specialisti dell'ospedale King's College di Londra sostengono che sia "futile, gravoso e non nell'interesse del bambino" tenere ancora in terapia intensiva il piccolo Isaiah Haastrup, un neonato di 11 mesi venuto al mondo con "catastrofici" danni cerebrali causati probabilmente della mancanza di ossigeno subita durante il parto. Vorrebbero staccare la spina, ma i genitori si oppongono.

"Non sta ai medici decidere"

"Non sta a loro decidere", ha detto la madre di Isaiah davanti ai giudici del tribunale di Londra, che sostiene di avere "un vero legame emozionale" con il bambino, che sembrerebbe avere delle reazioni quando lei lo coccola o si prende cura di lui. "Quando lo chiamo per nome e dico 'Isaiah, sono mamma', lui mi risponde aprendo gli occhi", ha raccontato la signora Takesha Thomas, che insieme al marito Lanre Haastrup sta lottando per ottenere il permesso di continuare la terapia per Isaiah a casa. "Io vedo un bambino  malato. Ha bisogno di amore. Ha bisogno di cure e io posso farlo. I medici dicono che non merita di vivere così, ma non è giusto. Non è una decisione che devono prendere loro", ha ribadito in udienza la donna, contestando il parere dei medici secondo cui Isaiah non risponderebbe agli stimoli.

"Non può migliorare"

Un esperto medico chiamato a testimoniare ha spiegato che spesso "c'è discrepanza tra ciò che i genitori percepiscono e ciò che medici e infermieri considerano risposte intenzionali" e che durante la sua visita su Isaiah "non ha notato alcuna prova che lui fosse cosciente": alcuni movimenti notati dai genitori potrebbero essere dovuti a distonia, ossia all'alterazione del tono muscolare o nervoso, che provocherebbe contrazioni muscolari e spasmi del tutto involontari e dolorosi. Le condizioni di Isaiah "non miglioreranno", sostiene lo specialista, e "ogni altra forma di analisi o trattamento" non porterebbe alcun beneficio. 

Come Charlie

Ora si attende la decisione del giudice. I genitori di Charlie Gard, in conflitto con l'ospedale pediatrico di Great Ormond Street dove il piccolo era ricoverato e con la magistratura inglese, si rivolsero persino alla Corte europea dei diritti dell'uomo per poter portare il figlio in America e sottoporlo a una cura sperimentale, ma Strasburgo si tirò indietro, rimandando la decisione direttamente ai giudici inglesi, che appoggiarono i medici. L'ospedale romano Bambino Gesù si offrì di ospitare il piccolo Charlie, pur ammettendo che per lui non era possibile alcuna cura, ma il governo inglese e i vertici del Great Ormond Street rifiutarono il trasferimento. 

Anche i genitori del piccolo Alfie Evans hanno intrapreso una battaglia legale per tenere in vita il figlio, a causa di rara e misteriosa patologia che i medici non sono riusciti a diagnosticare, contro il parere dei medici dell'Alder Hey Children's Hospital di Liverpool che vorrebbero staccare la spina. 
 

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