L'Isis rispolvera un film degli anni '80 per minacciare l'Italia
In rete un messaggio di propaganda con alcune scene tratte dal "Leone del deserto". I jihadisti tornano ad accusare l'Italia per il suo passato colonialista in Libia e minacciare Roma
Un film di inizio anni Ottanta è diventato strumento di propaganda dell'Isis: alcune scene de Il Leone del Deserto sono state montate in un video in cui i jihadisti tornano ad accusare l'Italia per il suo passato colonialista in Libia e minacciare Roma.
Ironicamente, la pellicola utilizzata dai propagandisti del Califfo nero fu finanziata da Muhamar Gheddafi, non certo un sostenitore delle milizie islamiste. E il regista, il siriano-statunitense Moustapha Akkad, fu ucciso in un attacco terroristico in Giordania, rivendicato da Al Qaida.
Il video, della durata complessiva di 27:43 minuti e visionato dall'agenzia di stampa askanews, è stato postato in rete il 19 gennaio ed è stato prodotto da "Al Waad", una delle numerose case di produzione media dell'Isis.
Il film ricostruisce la Libia degli anni Venti, il nemico delle truppe italiane era il guerrigliero della Cirenaica Omar al-Mukhtar, che diede molto filo da torcere all'esercito regio prima di venire catturato e giustiziato.
E mentre quelle immagini - a lungo proibite nell'Italia mussoliniana - scorrono nel video, la voce narrante racconta come "i crociati divisero il Maghreb islamico, la Francia prese la parte più grande, poi diede il resto a Italia e Spagna. Sono stati "i movimenti jihadisti a combattere contro i crociati, per il martirio".
E oggi "la strategia dei crociati non funziona, perchè lo Stato Islamico è qui e qui resterà", uno "Stato che infligge terrore all'infedele al pagano, agli apostati. E continuerà ad espandersi finchè la sua bandiera non sventolerà su Costantinopoli e Roma".