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Venerdì, 26 Aprile 2024
Isis / Etiopia

Isis massacra 28 cristiani etiopi in Libia: proteste ad Addis Abeba

Migliaia di persone sono scese in piazza nella capitale dell'Etiopia per protestare contro lo Stato islamico e il lassismo dei governi arabi. Violenti scontri con la polizia durante l'intervento del premier

ADDIS ABEBA - Decine di migliaia di etiopi hanno marciato per le strade della capitale per protestare contro lo Stato Islamico, i cui uomini hanno giustiziato 28 connazionali in Libia. La manifestazione, organizzata dal governo, puntava a canalizzare l'emozione e la collera suscitata dalla morte del gruppo di cristiani etiopi; ma piccoli gruppi di manifestanti ne hanno approfittato per esprimere il loro dissenso contro le autorità, in un Paese in cui tutte le contestazioni sono severamente proibite.

SCONTRI - Violenti scontri con la polizia si sono verificati non appena il premier Hailemariam Desalegn ha inziato a parlare. Secondo diversi testimoni ci sarebbero stati numerosi arresti. L'Etiopia ha confermato che le persone giustiziate e la cui morte è stata mostrata in un video diffuso dall'Isis lunedì "erano nostri connazionali"; finora le famiglie hanno identificato solo due di loro.

LE PROTESTE - Circa due terzi della sua popolazione in Etiopia è di fede cristiana e il restante di fede musulmana. Nonostante una massiccia presenza di polizia, in un paese in cui le manifestazioni sono vietate, sono stati anche sentiti slogan contro il governo. "Siamo stanchi di discorsi e propaganda. Vogliamo azioni! Vendetta per i nostri fratelli", ha gridato un gruppo di giovani, subito circondato da un cordone delle forze dell'ordine. "I nostri fratelli sono stati assassinati. Il governo deve fare qualcosa. Il loro sangue non è il sangue degli animali", ha detto un giovane manifestante.

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IL RIMPATRIO - Consapevoli della forte reazione emozionale della gente, appena un mese dalle elezioni generali, le autorità etiopi hanno promesso di aiutare il rimpatrio dei migranti che si trovano ancora in Libia e ha dato istruzioni ai propri cittadini di non recarsi nelle zone dove l'Isis è attivo.

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