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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Isis, che business: spese militari aumentate di 1,6 miliardi di dollari in un anno

I maggiori incrementi registrati nell'Europa dell'Est, in Asia e in Medio Oriente. E' quanto emerge dai dati dell'Istituto internazionale di ricerca sulla pace. Le spese aumentate dell'1 per cento nel 2015

STOCCOLMA (SVEZIA) - Dopo quattro anni di contrazione, le spese militari nel mondo sono aumentate nel 2015 fino a 1.676 miliardi di dollari, con un rialzo dell'1% sull'anno. Gli incrementi maggiori si sono registrati nell'Europa dell'Est, in Asia e in Medio oriente, ma un rallentamento della diminuzione delle spese militari ha avuto luogo anche in Occidente, secondo quanto riferito dall'Istituto internazionale di ricerca sulla pace, con sede a Stoccolma (Sipri). Tra le principali ragioni dell'incremento, secondo il Rapporto 2015, la crescente minaccia dell'Isis.

L'ITALIA - L'Italia occupa il 12esimo posto, con 21,5 miliardi di euro (23,8 miliardi di dollari), pari allo 0,95% del Pil. Il taglio delle spese italiane è stato superiore al 10%, il più forte tra i 28 Paesi Ue.

USA IN TESTA - Gli Stati uniti restano il Paese che spende di più. Il loro budget, di 596 miliardi di dollari, è in calo del 2,4% rispetto all'anno precedente, ma la flessione è inferiore rispetto al passato. Gli Usa sono seguiti a ruota dalla Cina, che nel 2015 ha destinato alle spese militari un budget di 215 miliardi di dollari, precedendo l'Arabia saudita (87,2 miliardi) e la Russia (66,4 miliardi). Su un periodo di dieci anni, il budget degli Stati uniti è in calo (-4%), quello della Cina è esploso (+132%), così come hanno fatto segnare un fortissimo aumento quelli dell'Arabia saudita (+97%) e della Russia (+91%).

GLI ALTRI PAESI - La Francia, che nel 2014 era al quarto posto, è passata in settima posizione, dietro Regno unito e India. Nel complesso, le spese militari dell'Europa occidentale continuano a scendere, ma con un vigore inferiore rispetto al passato. "Le ragioni di questo cambiamento di tendenza sono la Russia, l'organizzazione dello Stato islamico e la Nato", ha detto il ricercatore di Sipri, Sam Perlo-Freeman. In Asia, secondo l'Istituto, il rialzo delle spese militari di Indonesia, Filippine, Giappone e Vietnam riflesse le tensioni, più o meno aperte, con la Cina e la Corea del Nord.

Le rovine di Palmira - Infophoto

OBAMA ALLE FORZE ARMATE - Intanto, nel momento in cui i jihadisti dello Stato islamico continuano a perdere terreno in Iraq e Siria, il presidente degli Stati uniti Barack Obama ha confermato che distruggere l'Isis resta la sua "principale priorità". "Continuiamo a sfidare la loro leadership, i loro network finanziari, la loro infrastruttura", ha detto Obama durante un incontro ieri sera con ufficiali delle forze armate alla Casa Bianca. "Continueremo a fare pressioni e li sconfiggeremo", ha aggiunto. "Come abbiamo visto dalla Turchia al Belgio, l'Isis ha ancora la capacità di lanciare seri attacchi terroristici", ha ricordato il presidente Usa, sottolineando la necessità di mantenere la pressione sul gruppo, affiancando alle operazioni militari iniziative a livello diplomatico e di intelligence. Obama ha quindi ribadito che "non è possibile tollerare a lungo" l'attività dei jihadisti messa a punto "nei loro quartier generali a Raqqa e Mosul". "Distruggere l'Isis continua ad essere la mia principale priorità", ha aggiunto l'inquilino della Casa Bianca, parlando al fianco del capo del Pentagono Ash Carter e del capo di Stato maggiore Joe Dunford.
 

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