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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mondo Siria

Isis è sconfitto, ma ora i foreign fighters diventano un problema

Trump annuncia il disimpegno degli Usa dalla Siria dove 800 ex jihadisti vogliono tornare in Europa. Il ministro della Difesa italiano Elisabetta Trenta lancia l'allarme: "Il lavoro non è ancora finito l'ideologia del califfato è sempre in espansione"

"Gli Stati Uniti chiedono a Gran Bretagna, Francia, Germania e agli altri alleati europei di riprendere oltre 800 combattenti dell'Isis catturati in Siria e di processarli". Lo ha scritto su twitter il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riferendosi alle centinaia di combattenti dello Stato islamico catturati in Siria, e minacciando di rimetterli in libertà.

"Il Califfato sta per cadere - ha scritto Trump - e l'alternativa non è buona in quanto saremmo costretti a rilasciarli". "Gli Stati Uniti - ha aggiunto l'inquilino della Casa Bianca - non vogliono guardare come questi combattenti dell'Isis entreranno in Europa, perché è lì che vorrebbero andare".

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"Facciamo così tanto, e spendiamo così tanto - ha proseguito in un altro tweet Trump - adesso è il momento che gli altri facciano un passo avanti e facciano quello che sono così capaci di fare".

Isis è davvero sconfitto? 

Sul campo di battaglia l'ultima iniziativa contro i combattenti dello stato islamico è portata avanti dall'alleanza curdo-araba delle Forze democratiche siriane (Fds) che stanno "assediando" i militanti del sedicente Stato islamico in "un'area di 600-700 metri quadrati" nel villaggio di Baghuz, nella provincia di Deir Ezzor della Siria orientale. Proprio durante questa offensiva è rimasto ferito il fotografo italiano Gabriele Micalizzi.

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Il comandante Ciya Furat dell'alleanza curdo araba sostenuta dagli Usa spiega: "I mercenari di Daesh sono stati assediati, non ci vorranno giorni per sconfiggere Daesh". Bughaz di fatti è virtualmente sotto il controllo delle Forze democratiche siriane. "Ci sono ancora alcuni scontri" in corso, ha aggiunto spiegando che un gran numero di civili si trova ancora nella zona.

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I più critici, però, hanno osservato che l'Isis non è stato sconfitto e che il ritiro americano potrebbe portare a una rinascita, con gli alleati degli Stati Uniti nella regione non equipaggiati per gestire da soli la minaccia.

Isis, il ministro Trenta: "Il lavoro non è ancora finito"

Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco ha spiegato: "Continueremo a fare la nostra parte sostenendo le forze di sicurezza irachene nella loro quotidiana azione di contrasto al terrorismo".

"Ho partecipato anche ad una importante riunione - spiega - con i ministri della Difesa dei principali Paesi che compongono la coalizione anti Isis. Durante l'incontro, indetto per fare il punto della situazione e identificare possibili evoluzioni dopo l'annunciato disimpegno degli Usa dalla Siria, è stato evidenziato il più rilevante risultato raggiunto dalla coalizione (eliminazione della minaccia 'statale' di Isil) ma anche che il lavoro non è ancora finito perché l'ideologia su cui si basa il califfato è sempre in espansione".

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La denuncia: civili usati come scudi umani

Se migliaia di persone sono fuggite dalla zona nelle ultime settimane, moltissimi sono i civili ancora intrappolati sul campo di battaglia. Molte sono le "spose" dei jihadisti.

"Daesh (acronimo per Isis) ha bloccato tutte le strade", ha dichiarato il portavoce delle Forze democratiche siriane Mustefa Bali. Un portavoce della coalizione Sean Ryan ha aggiunto che l'Isis usa bambini e donne come "scudi umani".

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