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Giovedì, 25 Aprile 2024
JIHAD GLOBALE / Egitto

Jihadisti egiziani decapitano quattro civili nel Sinai: "Erano spie israeliane"

Le vittime erano state rapite a sud di Rafah, vicino alla frontiera egiziana con la Striscia di Gaza. Nel video diffuso oggi ripresa la loro decapitazione e una minaccia contro Israele: " Gli ebrei devono capire che la nazione islamica si è risvegliata"

A otto giorno dalla notizia della loro morte, i jihadisti di Ansar Bayt al-Maqdis, gruppo islamista attivo nel Sinai vicino ad al Qaeda e con evidenti contatti con lo Stato Islamico di Siria e Iraq, hanno pubblicato il terribile video che riprende l'esecuzione di quattro civili egiziani, accusati di essere "spie del Mossad" che hanno fornito informazioni a Israele funzionali ai raid aerei contro le basi terroristiche nell'area, mai ufficialmente confermati, del 23 luglio di quest'anno, nel quale erano stati uccisi tre miliziani.

Nel filmato, della durati di 29 minuti, si vedono le quattro vittime decapitate con un coltello da un miliziano a volto coperto. Le loro teste vengono poi appoggiate sui cadaveri. Agghiacciante anche il particolare della sabbia del deserto che si tinge di sangue. Sullo sfondo sono presenti bandiere dello Stato Islamico capeggiato dall'autoproclamatosi "califfo" Abu Bakr al-Baghdadi, segno di un'alleanza ormai sancita tra i due gruppi.

Le immagini contengono anche le "confessioni", quasi certamente "estorte", dei quattro: due di loro, prima di morire, confermano di essere stati assoldati dai servizi segreti israeliani.

"Dio ci ha consigliato di non essere amici di ebrei e cristiani e chiunque contraddice l'ordine divino sarà come loro. Gli ebrei devono capire che la nazione islamica si è risvegliata, tutti i loro piani e complotti sono noti. Per voi sarà l'inferno": questo il messaggio che si può ascoltare nel video. Una minaccia a Israele, certo, ma anche un avvertimento a chiunque voglia collaborare con lo stato ebraico o con altri paesi occidentali in funzione anti-jihadista.

Le vittime erano state rapite a sud di Rafah, vicino alla frontiera egiziana con la Striscia di Gaza. L'esercito egiziano sta conducendo da mesi un'offensiva su grande scala contro i gruppi islamisti radicali che agiscono nel Sinai, che prevede anche la distruzione dei tunnel che partono dall'enclave palestinese, attraverso i quali avviene il commercio di armi nei due sensi. La formazione islamista Hamas è accusata di fornire appoggio agli islamisti radicali dell'area, che combattono il governo militare del Cairo".

Ecco il volto del "califfo"

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