Libia nel caos: parlamento sotto assedio e attentato (fallito) al presidente
Centinaia di giovani, armati, hanno circondato il Parlamento, dove era in corso una regolare seduta. I giovani chiedono la rapida approvazione di quella che è stata definita "legge di esclusione"
La Libia fa i conti con un post-Gheddafi ancora più traumatico e inquieto delle peggiori previsioni. Centinaia di giovani, armati, hanno circondato il Parlamento, dove era in corso una regolare seduta. I giovani chiedono la rapida approvazione di quella che è stata definita "legge di esclusione", ovvero una normativa tesa a limitare la partecipazione politica degli ex esponenti del regime di Muammar Gheddafi.
A Tripoli la tensione è salita, i deputati in sostanza sono stati sequestrati per ore. I manifestanti hanno loro impedito a lungo di uscire da sono stati di fatto "sequestrati" dalla folla, che ha impedito loro per diverse ore di uscire dall'edificio che ospitava l'incontro; la sede ufficiale dell'Assemblea è stata occupata un mese fa dai reduci della rivolta, e liberata solo ieri.
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Al termine di una convulsa giornata il presidente Magarief è riuscito a fuggire: una pioggia di proiettili ha colpito la sua auto. Il mezzo è sttato danneggiato ma lui non è stato ferito. Magarief, già scampato a un attentato a inizio gennaio a Sabha, nel sud, è rimasto miracolosamente illeso.
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In Libia l'escalation di violenza non risparmia nessuno, occidentali e religiosi non-musulmani in testa. Domenica a Tripoli un uomo armato ha aperto il fuoco contro un sacerdote cattolico nella cattedrale della città, mancandolo. A Bengasi per settimane i cristiani copti sono stati il bersaglio di aggressioni, intimidazioni e arresti indiscriminati.
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E intanto è stato reso noto che proprio da Bengasi l'11 settembre 2012 - scrive la Cnn citano fonti d'intelligence - poco dopo l'assalto alla sede diplomatica Usa in cui persero la vita 4 americani tra i quali l'ambasciatore Stevens, partì una telefonata diretta a Moktar Belmoktar, la mente dell'assalto all'impianto algerino di In Amenas.