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Venerdì, 19 Aprile 2024
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È finita la guerra in Libia? Lo "decideranno" Russia e Turchia (come in Siria)

Le forze di Haftar dovranno garantire la sicurezza dei pozzi petroliferi, mentre per il nuovo governo di Tripoli al-Serraj sarà costretto ad un rimpasto. A Mosca la supervisione del cessate il fuoco

Sono iniziati a Mosca i colloqui sul cessate il fuoco in Libia, che dovrebbe concludersi con la firma di un accordo. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri russo, secondo cui ai colloqui sono presenti il capo del governo di accordo nazionale libico Fayez al-Serraj ed il comandante dell'autoproclamato Esercito nazionale libico, il generale Khalifa Haftar.

I partecipanti, rappresentati dal premier del governo di accordo nazionale Fayez al-Serraj, dal comandante dell'Esercito nazionale libico, generale Khalifa Haftar, il presidente della Camera dei rappresentanti Aguila Saleh, il presidente dell'Alto consiglio di Stato Khalid El-Mishri ed il presidente della Camera dei rappresentanti di Tripoli Sadiq el Khaliy hanno concordato:

  1. di assicurare l'osservanza incondizionata della cessazione delle ostilità, che è entrata in vigore a mezzanotte del 12 gennaio;
  2. di determinare una linea del fronte che assicuri un cessate il fuoco sostenibile, sostenuto dalle misure necessarie per stabilizzare la situazione sul terreno e normalizzare la vita quotidiana a Tripoli e in altre città, mettendo fine a tutte le azioni offensive, procedendo verso una de-escalation armonizzata delle tensioni militari;
  3. assicurare l'accesso sicuro, la consegna e la distribuzione di assistenza umanitaria per quelli che ne hanno bisogno;
  4. di designare i membri (5+5) di una commissione militare come previsto dal piano d'azione dell'Unsmil per determinare la linea del fronte tra le parti in lotta, monitorare l'attuazione del cessate il fuoco, assicurare la stabilità del cessate il fuoco;
  5. di designare i rappresentanti che parteciperanno ai canali di dialogo politico, economico, militare e di sicurezza lanciati dal rappresentante speciale per la Libia del segretario generale;
  6. di formare gruppi di lavoro incaricati di elaborare, attraverso negoziati, le modalità dell'accordo politico intralibico, la soluzione delle questioni umanitarie e la ripresa economica del Paese;
  7. Le parti hanno poi espresso sostegno all'iniziativa della Federazione russa e della Repubblica turca per una cessazione delle ostilità in Libia senza limiti, hanno riaffermato il loro impegno incondizionato alla sovranità, indipendenza, unità ed integrità territoriale della Libia ed agli obiettivi ed ai principi della Carta dell'Onu, hanno espresso fiducia nel fatto che non ci può essere una soluzione militare al conflitto in Libia, che può solo essere risolto attraverso un dialogo inclusivo intralibico teso a mettere fine in modo urgente alle sofferenze della Libia ed a migliorare la situazione umanitaria, hanno sottolineato il loro impegno incondizionato alla lotta inflessibile al terrorismo ed al traffico di esseri umani.

Se è scontato un rimpasto nel governo di accordo nazionale, l'emittente 'al-Arabiya' ha rivelato i punti dell'accordo discusso a Mosca dagli esponenti del governo turco e russo.

  • La supervisione del cessate il fuoco spetterebbe alla Russia, ma sarebbe prevista anche una "supervisione internazionale" con la presenza delle Nazioni Unite. La Turchia dovrebbe fermare l'invio di truppe a Tripoli, congelando di fatto l'attuazione dell'intesa firmata il 27 novembre con il governo della tripolitania.
  • L'accordo prevederebbe il ritiro "senza condizioni" delle forze che sostengono il Gna e l'Lna e il loro ritorno nelle caserme, ribadendo che la soluzione alla crisi dovrà essere necessariamente politica.
  • Un altro punto, sempre stando alla tv panaraba, prevederebbe un disarmo delle milizie. Le responsabilità nella guida del Paese, inoltre, sarebbero condivise tra il governo di accordo nazionale da una parte ed il Parlamento basato nella Libia orientale e Haftar dall'altra.
  • Spetterebbe invece alle milizie di Haftar garantire la sicurezza dei pozzi petroliferi e combattere le "organizzazioni terroristiche", ma in coordinamento con il governo di al-Serraj.
  • Ci sarebbe infine una supervisione internazionale sui confini marittimi e terrestri del Paese.

Proprio sui confini marittimi è passata sotto traccia un importante accordo che ha visto - lo scorso 3 gennaio - Israele, Cipro e Grecia firmare ad Atene un accordo trilaterale per la costruzione di Eastmed, un gasdotto di circa 1.900 chilometri che dovrebbe collegare i ricchissimi giacimenti di Israele e Cipro con l’Europa.

Le pretese della Turchia sul Mediterraneo

Un gasdotto che trova la disapprovazione del presidente turco Erdogan che ha più volte tentato di appropriarsi delle risorse mediterranee. D'altro canto lo stesso accordo tra Ankara e Tripoli ridefinisce l’estensione in mare delle zone di interesse economico di Libia e Turchia esludendo gli interessi della Grecia. E l'Italia rischia di rimanere strapazzata nel mezzo delle diverse influenze visti i tentennamenti mostrati da Conte relativamento al progetto Poseidon necessario a portare il gasdotto dalla Grecia ad Otranto.

"Siamo arrivati all'assurdo che sulla Libia, che è vicina alle nostre spiagge e riguarda più l'Europa, abbiamo invece una sfida tra la Turchia e la Russia: siamo all'assurdo dell'assurdo dell'assurdo", rimarca l'ex premier Romano Prodi in una intervista esclusiva che andrà in onda in prima serata a Quarta Repubblica" su Retequattro.

"Nessun singolo Paese europeo oggi ha la forza per intervenire. Se Francia e Italia si mettessero d'accordo, gli altri Paesi europei seguirebbero e noi avremmo voce in capitolo". 

Oggi l'incontro Conte Erdogan

Intanto in Turchia il premier italiano Giuseppe Conte ha incontrato il presidente turco Erdogan. L'incontro propedeutico al vertice che si terrà il prossimo weekend a Berlino. "Il presidente Putin, il presidente Conte ed io abbiamo la volontà di partecipare a questo vertice". Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, nel corso di un punto stampa congiunto con il premier italiano, Giuseppe Conte, a Ankara. 

"Lavoriamo tutti per un obiettivo condiviso e con la medesima agenda per assicurare un risultato duraturo" che garantisca "unità, stabilità e sovranità alla Libia" ha detto il premier Giuseppe Conte.

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