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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Libia, riaprono i porti petroliferi: gli Usa "festeggiano" il nuovo governo

Due giorni fa l'ingresso del premier Fayez al Sarraj a Tripoli per dar vita a un esecutivo di unità nazionale. Dieci città hanno già dato il loro sostegno. Il premier del governo islamico, mai riconosciuto dalla comunità internazionale, è fuggito a Misurata

TRIPOLI (LIBIA) - Partiamo dalla fine. O meglio, dal (primo) risultato finale: i tre porti petroliferi libici di Es Sider, Ras Lanuf e Zueitina, chiusi da oltre un anno e mezzo, possono essere riaperti ora che il governo di unità nazionale è arrivato a Tripoli. "Stiamo progettando di riaprire i porti ora che sono sotto il controllo del governo di unità". Queste le parole pronunciate al Wall Street Journal da Ali al-Hassi, portavoce del leader della Guardia addetta al controllo dei siti petroliferi libici, Ibrahim Jadhran. I porti sono stati chiusi quando la Libia ha visto nascere due amministrazioni distinte, una a Est e una a Ovest, che si sono contese il controllo del Paese per oltre un anno e mezzo.

IL NUOVO GOVERNO - Mercoledì scorso è giunto a Tripoli Fayez Al Sarraj (in foto sotto), il premier designato del governo di unità nato dal dialogo tra le due amministrazioni mediato dall'Onu. L'esecutivo di Sarraj ha confermato sulla propria pagina Facebook che "le guardie che proteggono le installazioni hanno accettato di aprire i porti e di lavorare subito" sotto la sua guida. La riapertura dei porti può incrementare le esportazioni di greggio, principale fonte di reddito del Paese del Nord Africa che potrebbe pompare fino a 1,5 milione di barili al giorni, ma la cui produzione, negli ultimi mesi, si è attestata attorno ai 400.000 barili a causa dei problemi di sicurezza. Nei mesi scorsi le infrastruttire petrolifere libiche sono state attaccate dai jihadisti dello Stato islamico (Isis).

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DIECI CITTA' APPOGGIANO SARRAJ - Intanto dieci città libiche che erano finora sotto il controllo del governo di Tripoli non riconosciuto dalla comunità internazionale hanno annunciato il loro sostegno all'esecutivo di unità nazionale del premier designato Fayez al Sarraj. In un comunicato pubblicato su Facebook, le municipalità di 10 città costiere nell'Ovest della Libia, situate tra la capitale libica e la frontiera con la Tunisia, hanno invitato tutti i libici a "sostenere il governo di unità nazionale" e hanno salutato l'arrivo del premier Sarraj e di altri esponenti del suo gabinetto, a cui hanno chiesto di "mettere subito fine a tutti i conflitti armati in tutta la Libia". Le principali città che hanno sottoscritto il comunicato sono Sabratha, Zawya e Zuara.

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LA SITUAZIONE - Si tratta di un duro colpo per il governo di Tripoli, sostenuto dalla coalizione di milizie islamiste Fajr Libya, che ha bollato come "illegale" l'arrivo di Sarraj nella capitale, esortandolo ad andarsene. E' dalla metà del 2014 che la Libia ha due amministrazioni, da quando Fajr Libya prese il controllo di Tripoli, costringendo il parlamento riconosciuto dalla comunità internazionale a riparare a Tobruk, nell'Est del Paese. 

LA FUGA DEL GOVERNO ISLAMICO - Khalifa Ghwell, il premier del governo di Tripoli mai riconosciuto dalla comunità internazionale che aveva minacciato l'esecutivo di unità nazionale di Fayed al Sarraj sostenuto dall'Onu, ha lasciato la capitale libica ed è tornato a Misurata. Ieri, all'indomani dell'arrivo a Tripoli del governo di Sarraj, gli anziani e alcuni esponenti del consiglio militare di Misurata, si sono recati nella capitale libica per incontrare Ghwell e dirgli, come riporta il Libya Herald, che "era finita, che doveva cedere, e che se non lo avesse fatto lo avrebbero rimosso".

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