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Giovedì, 18 Aprile 2024
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La Turchia si prende "l'oro" della Libia: accordi su petrolio e infrastrutture

A Tripoli l'incontro tra gli inviati di Erdogan e il leader del governo di concordia nazionale libico (Gna), Fayez al-Serraj. La rabbia di Parigi mentre l'Italia resta a guardare

Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha incontrato a Tripoli il leader del governo di concordia nazionale libico (Gna), Fayez al-Serraj. Lo evidenzia un video diffuso sulle pagine social del Gna in cui si vede Serraj accogliere il capo della diplomazia turca. Durante l'incontro si è discusso dello sviluppo delle capacità di difesa e di sicurezza in Libia sulla base dei memorandum firmati con la Turchia a novembre che in cambio di un sostegno massiccio alle milizie di Tripoli, concedeva ad Ankara l'apertura ad importanti investimenti nel Paese. Il Gna ha specificato che sono stati toccati temi importanti come il ritorno delle aziende turche in Libia, la cooperazione nelle infrastrutture e nel petrolio.

Una notizia importante per l'Italia e per l'Eni che sulla Libia avevano riposto importanti investimenti. Attualmente il paese sta affrontando un momento "decisivo" ed Italia e Turchia hanno "approcci paralleli" sul dossier. Sia Ankara che Roma sostengono il governo Serraj, mentre la Francia aveva indirettamente puntanto molto sulle milizie ribelli del generale Haftar. Infatti Parigi ritiene "inaccettabili" le ingerenze della Turchia in Libia e ne chiede la cessazione a tutela del negoziato in corso sul cessate il fuoco sotto l'egida della Nazioni Unite. 

La situazione in Libia

Nello scenario attuale in Libia ci sono due blocchi: uno "dell'Est" a sostegno del generale Khalifa Haftar e del presidente del Parlamento di Torbuk, Aguila Saleh, composto da Russia, Emirati, Egitto e Francia. Dall'altra parte a difesa di Tripoli ci sono Qatar, Turchia e le milizie a sostegno del governo di accordo nazionale (Gna) guidato da Fayez al-Serraj.

Con il rinvio a data da destinarsi del vertice tra Russia e Turchia che si sarebbe dovuto tenere domenica a Istanbul, si allontanta lo scenario siriano. Serraj e le milizie tripoline, rafforzate dal sostegno turco si oppongono ad un cessate il fuoco perché dopo aver rotto l'accerchiamento alla Capitale imposto dalle milizie della cirenaica, ora vogliono marciare su Sirte dove la situazione è "critica": qui i Mig-29 schierati dalla Russia proteggono la linea rossa che di fatto divide in due sfere di influenza la Libia.

Sul campo il generale libico Abdulhadi Derah guida l'operazione 'Sentieri della vittoria' che dallo scorso 7 giugno ha permesso alle milizie del governo di accordo nazionale di conquistare in breve tempo un'area di 120 chilomentri tra Misurata e Sirte. "Sirte è per i nostri una linea rossa - ha aggiunto - Le forze armate nell'ovest del Paese hanno pagato un prezzo altissimo. Misurata ha sacrificato 771 suoi figli per liberarla da Daesh. E' fuori questione che sarà riconquistata. Sirte sarà liberata".

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