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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Nigeria, viaggio nella "tana del leone": la roccaforte di Boko Haram

Una giornalista nigeriana è riuscita dove hanno fallito tutti i giornalisti occidentali. E' andata a Maiduguri, la cittadina dove la setta islamista Boko Haram detta legge

Yvonne Ndege, corrispondente di Al Jazeera dalla Nigeria, è riuscita dove hanno fallito tutti i giornalisti occidentali. E' andata nella "tana del leone", nella cittadina dove la setta islamista Boko Haram detta legge, nel Nord Est della Nigeria. E ci è rimasta cinque interi giorni. Quello che segue è il suo racconto.

"I miei cinque giorni a Maiduguri, l'epicentro delle violenze perpetrate dal gruppo armato Boko Haram, sono stati pieni di pericoli. Era da un anno che cercavo un modo di avere accesso alla città. Mi era stato specificato che avevo bisogno di una liberatoria del capo delle forze armate nigeriane. E mi avevano avvertito che Maiduguri era classificata come una "security zone", off limits per i giornalisti secondo il ministro dell'informazione.

Alla fine ho deciso di partire, sperando di tornare con un reportage ma pronta anche a tornare con un pugno di mosche. Sono partiti senza ascoltare glo avvertimenti dei colleghi, dei consiglieri della sicurezza e dei miei contatti nel governo. Da mesi sapevo che Boko Haram aveva preso il controllo non solo di Maiduguri, la capitale dello state, ma anche di gran parte dello stato del Borno. Ero già stata a Maiduguri alcune volte in passato, e nel 2009 aveva raccontato l'omicidio del leader Mohammed Yusuf ucciso mentre era sotto custodia della polizia.

Prima che scoppiasse il caos, il mi ricordo di Maiduguri era quello di una cittadina tranquilla e cosmopolita, con un mix di abitanti di diverse etnie, religioni. Tanti ristoranti, musica nelle strade. La gente del luogo mi era sembrata ordinaria, lo stato del Borno confina con le ex colonie francesi Nigera e Chad, c'è la sensazione di essere nell'Africa Francofona.

Durante i miei cinque giorni lì, ho trovato la città sotto assedio da parte di Boko Haram e della Task Force dell'esercito che si oppone al gruppo armato. I colori e le sensazioni di qualche anno fa sono stati sostituiti  da una città in cui ovunque si vedono checkpoint, blocchi stradali e sacchi di sabbia quasi a ogni incrocio. Uomini armati pattugliano le strade 24 ore su 24. Un mezzo di una televisione come la nostra poteva provocare facilmente sospetti. Così abbiamo lasciato l'attrezzatura in albergo e abbiamo viaggiato leggeri. Siamo usciti per le vie della città per parlare con quante più persone possibile.

E' impossibile filmare qualcosa a Maiduguri, la minaccia di Boko Haram è incombente. Ogni 2-3 ore abbiamo sentito esplosioni e sparatorie. Boko Haram ha anche attaccato una postazione dell'esercito nella via del nostro hotel. I soldati dell'esercito non ci hanno impedito di restare in giro solo perchè mi hanno riconosciuta. La grande popolarità di Al Jazeera English nella regione ha aiutato moltissimo.

La sicurezza in città non esiste più. Migliaia di abitanti sono scappati da quella che con un gioco di parole in molti ormai chiamano Maiduguri-stan. E' impossibile condurre una vita normale. Sono rimasti qui solo quelli che non hanno un altro posto in cui andare. Padre David Bridling, della chiesa cattolica di St Patrick, mi ha confermato che metà dei cattolici dello stato se ne sono andati. Per "ironia della sorte" gli attacchi di Boko Haram hanno quindi ucciso più musulmani che cristiani, nonostante il gruppo abbia l'obiettivo di far diffondere l'Islam in Nigeria.

A Maiduguri c'è il coprifuoco dalle otto di sera alle cinque del mattino. Nessuno però esce di casa prima delle undici e nessun rincasa dopo le quattro. Gli scontri più violenti sono sempre nelle prime ore del giorno. Se invece è una giornata di quiete, gli abitanti escono di casa solo per procurarsi il cibo.

La situazione appare senza vie d'uscita. Boko Haram si è "mischiata" con la popolazione in tutti i sobborghi, ed è impossibile riconoscere chi è un civile e chi è un combattente. La Jihad del gruppo armato si ispira all'Afghanistan, Iraq, e Yemen. Le armi arrivano dal Mali. Nessuna pensa che una soluzione alla crisi sia a portata di mano. Finché Boko Haram non troverà nessuna difficoltà nel reclutare i giovani del Nord Est, Maiduguri rimarrà una zona di guerra". Link: Al Jazeera

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