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Sabato, 20 Aprile 2024
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Mali, allarme a Timbuctù. Integralisti islamici: "distruggeremo ogni mausoleo"

In pericolo il patrimonio storico-artistico della città, protetta dall'Unesco. Intanto la Corte Penale Internazionale parla di "crimine di guerra"

E' passata alla storia come la “città dei 333 santi”, ma l'anima di Timbuctù rischia di essere distrutta per sempre. Gli estremisti islamici appartenenti al gruppo Ansar Dine hanno devastato tra sabato e domenica 7 dei 16 mausolei che si trovano in questa località, come riferisce il quotidiano francese Liberation

Crimine di guerra – Il messaggio lanciato da Fatou Bensouda, della Corte Penale Internazionale, è  chiaro. “Fermate la distruzione degli edifici religiosi adesso. Si tratta di un crimine di guerra che il mio dipartimento ha l'autorità di perseguire”. Il ministro della Cultura e del Turismo del Mali è arrivato a chiedere l'intervento della Nazioni Unite, mentre già la scorsa settimana si era pronunciato l'Unesco, che nel 1988 aveva riconosciuto la città di Timbuctù come patrimionio mondiale dell'Umanità. 

“Distruggeremo tutti i mausolei della città, senza eccezioni”, ha dichiarato Sanda Ould Boumama, portavoce del gruppo Ansar Dine, come riferisce la Bbc. Ad essere stati presi di mira sono i sacrari contenenti i resti di coloro che vengono venerati come dei santi dalla comunità sufi, un'espressione di religiosità rifiutata dal resto della comunità musulmana. 

“Noi rispondiamo alle regole religiose, non all'opinione pubblica internazionale”, ha dichiarato alla Reuters una altro portavoce dell'Ansar Dine. “Stiamo distruggendo i mausolei perchè così vuole la nostra religione”. 

Moschee in pericolo - “Gli islamisti hanno detto che se ci sono dei santi al loro interno, distruggeranno anche le moschee”, ha dichiarato un abitante della città. A rischio ci sono quindi anche i tre grandi edifici religiosi, protetti dall'Unesco. 

“Molti di noi li hanno guardati mentre distruggevano il mausoleo” ha riferito all'Afp un giornalista che ha assistito alla devastazione di un sacrario, posto nel cimitero della moschea di Djingareyver, risalente al XIV secolo. “Fa male, ma non possiamo fare niente. Questi pazzi sono armati”.

Anche altri testimoni hanno riferito alla Reuters quanto sta accandendo. “Ci sono uomini armati che controllano le uscite”, ha dichiarato la giornalista Yaya Tandina. “La popolazione non ha reagito. Dicono che bisogna lasciare che gli integralisti islamici facciano quello che vogliono, sperando che un giorno si possano ricostruire le tombe”. 

Il nord del Mali si trova in mano agli estremisti islamici da quando a marzo il governo è stato rovesciato da un golpe militare. Fin dall'inizio l'Unesco aveva espresso la proprio preoccupazione per i beni artistici di Timbuctù, città di circa 30mila abitanti situata nel deserto del Sahara.

Fondata tra l'XI e il XIII secolo da alcune tribù tuareg, Timbuctù è stato uno dei grandi centri culturali dell'islam, come testimoniano le sue moschee e i 700mila manoscritti conservati nelle 60 biblioteche della città, alcuni dei quali risalenti all'epoca preislamica.

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