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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Sommossa in carcere diventa una carneficina: 50 morti, sei decapitati, agenti in ostaggio

"Il più vasto e orribile massacro" nella storia delle carceri brasiliane originata dallo scontro tra i membri di due gang rivali

MANUS (Brasile) - E' terminata in un bagno di sangue la sommossa scoppiata la notte scorsa nel carcere Anisio Jobim ha causato 50 morti, di cui 6 decapitati. Questo il conteggio preliminare effettuato dalle forze dell'ordine, entrate all'interno del penitenziario della capitale dello Stato federato di Amazonas, nel Brasile nord-occidentale al termine della ribellione.

Sedici agenti penitenziari sono stati presi in ostaggio poi nove sono stati rilasciati. Lo riferisce ai media la Segreteria di pubblica sicurezza di Amazonas. Tornata la calma, le squadre d'intervento della polizia hanno trovato i cadaveri decapitati di alcuni reclusi, mentre altri presentavano mutilazioni o segni di sevizie, oppure erano carbonizzati. 

"Il più vasto e orribile massacro nella storia delle carceri brasiliane" lo ha definito Epitacio Almeida, presidente della commissione per i Diritti Umani dell'Ordine Nazionale degli Avvocati.

 All'origine della strage gli scontri scoppiati tra affiliati al 'Primer Comando de la Capital', organizzazione criminale di San Paolo, e quelli alla locale 'Familia do Norte', alleata a sua volta del potente cartello malavitoso 'Comando Vermelho' di Rio de Janeiro.

Secondo Sergio Fontes, responsabile regionale per la Pubblica Sicurezza, sarebbero stati questi ultimi a passare per primi all'attacco, nell'intento di "eliminare la concorrenza di una fazione più debole".

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