Patto internazionale per i bambini profughi: "Mai lontano da scuola per più di un mese"
Save the Children chiede ai governi e alle agenzie umanitarie un maggiore impegno internazionale per garantire l'istruzione ai bambini profughi: solo uno su quattro frequenta la scuola secondaria
Save the Children rinnova il suo appello a un più solido impegno internazionale per garantire l'istruzione ai bambini profughi.
NUOVO APPELLO - Nell'ultimo rapporto dell'ong, "A New Deal for Refugees", si afferma con forza che nessun bambino dovrebbe essere lontano da scuola per più di un mese. E un nuovo appello per una forte risposta alla crisi sarà lanciato oggi dall'inviata speciale dell'Agenzia Onu per i rifugiati, Angelina Jolie-Pitt. Oggi la Bbc, che ospiterà oltra alla star del cinema americana anche l'ex capo dell'MI6, Sir Richard Dearlove, dedicherà l'intera giornata a uno speciale sul fenomeno senza precedenti delle migrazioni in tutto il mondo e sulle sue conseguenze.
GENERAZIONE PERDUTA - Secondo Save the Children solo un bambino profugo su quattro frequenta la scuola secondaria. L'ong chiede ai governi e alle agenzie umanitarie di adottare una nuova politica per assicurare che nessun bambino resti lontano da scuola per oltre un mese. Si tratta di un obiettivo ambizioso, ma cresce il timore che questa crisi migratoria produca una generazione perduta di bambini, causa a sua volta di maggiore insicurezza e povertà nel mondo.
MIGRANTI, FENOMENO GLOBALE - L'Alto commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi ha dichiarato alla Bbc che il fenomeno dei richiedenti asilo è diventato globale e pertanto richiede una risposta globale e più nazioni devono aiutare "quei pochi Paesi ospitanti" a sopportare il peso.
Grandi, parlando alla Giornata speciale della Bbc sulla migrazione, ha sottolineato che lo scorso anno meno dell'1% dei 20 milioni di rifugiati è stato trasferito in altri Paesi.
