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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Libia, un Paese fuori controllo: "Ci sono 200mila miliziani stipendiati dallo Stato"

L'inviato Onu Salamè: "In Libia ci saranno almeno 200.000 combattenti appartenenti alle varie formazioni militari ai quali da cinque anni lo Stato libico ha dato una sorta di copertura; riscuotono gli stipendi dallo Stato ma prendono ordini dai leader delle milizie"

In Libia ci sono "oltre 200.000 combattenti" delle varie milizie "pagati dallo Stato". Lo ha detto l'inviato Onu per la Libia, Ghassan Salamè, secondo cui per porre fine al caos sicurezza "serve la polizia e non l'esercito". "In Libia ci saranno almeno 200.000 combattenti appartenenti alle varie formazioni militari ai quali da cinque anni lo Stato libico ha dato una sorta di copertura; riscuotono gli stipendi dallo Stato ma prendono ordini dai leader delle milizie", ha detto Salamè in un'intervista al quotidiano panarabo al Hayat.

Per Salamè, la maggior parte delle milizie armate sono finanziate "da soldi libici che arrivano da ricatti alle banche e alle istituzioni oppure attraverso il controllo di porti e istituzioni vitali e anche dal traffico di uomini, petrolio e beni sussidiati dai Paesi vicini". "La capitale (Tripoli) vive da 10 giorni una calma relativa", ha detto l'inviato Onu attribuendo le cause degli scontri a due aspetti: l'ingresso nella capitale di "persone note per i loro legami con i terroristi, in particolare di Isis e al Qaeda; e il fatto che nelle mani della gente ci saranno 15 milioni di armi da fuoco". Salamè ha quindi spiegato di essere molto impegnato per riportare l'ordine a Tripoli, sottolineando che "la cosa più importante in questa fase è la polizia, perchè l'esercito non garantisce la sicurezza all'interno delle città (...) ed è questo quello che stiamo facendo".

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