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Venerdì, 29 Marzo 2024
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"È morto il capo dell'Isis al Baghdadi"

Secondo i media Usa, che riportano fonti militari e di intelligence, il leader islamista Abou Bakr al-Baghdadi si sarebbe fatto esplodere dopo uno scontro a fuoco con i soldati Usa entrati nel compound dove si nascondeva vicino a Idlib, nel villaggio di Barisha. Trump: "E' successo qualcosa di grosso". Alle 13 potrebbe arrivare l'annuncio ufficiale

L'eventuale conferma arriverà solo nel primo pomeriggio, quando Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, farà un annuncio dalla Casa Bianca. Secondo Fox News ci sarebbe stata un'operazione militare in Siria con obiettivo il capo dell'Is Abou Bakr al-Baghdadi: sarebbe morto. Il condizionale è ancora d'obbligo. "È successo qualcosa di grosso" ha twittato Trump.

Media Usa: "Abou Bakr al-Baghdadi è morto"

Secondo Newsweek, che riporta fonti militari il leader islamista Abou Bakr al-Baghdadi si sarebbe fatto esplodere dopo uno scontro a fuoco con i soldati Usa entrati nel compound dove si nascondeva nel Governatorato di Idlib, nel villaggio di Barisha.

Avrebbe azionato - sempre secondo le medesime fonti - lui stesso il detonatore di un giubbotto esplosivo facendosi saltare in aria. Il leader dell'Isis è stato colto dal raid mentre era con alcuni familiari. Non ci sarebbero bambini tra le vittime, ma due mogli del califfo dell'autoproclamato Stato Islamico sarebbero morte.

Sono in corso test del dna e biometrici per verificare l'identità del terrorista. Lo riferisce la Cnn citando un funzionario del dipartimento della Difesa Usa. Sempre le stesse fonti riferiscono che il nascondiglio del leader dell'Isis sarebbe stato localizzato grazie all'aiuto della Cia.

Chi è Abou Bakr al-Baghdadi

Di Abou Bakr al-Baghdadi non ci sono tracce da anni. L'ultimo audio a lui attribuito era stato diffuso nel novembre 2016, dopo l'inizio dell'offensiva irachena per riprendere Mosul: esortava "i suoi" a combattere fino al martirio. A Mosul fece la sua unica apparizione pubblica alla moschea  Al Nouri nel luglio 2014. Negli ultimi anni a più riprese erano stato diffuse voci di una sua possibile morte.

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Abu Bakr al-Baghdadi è il nome di battaglia del terrorista iracheno Ibrahim Awad Ibrahim Ali al-Badri al-Samarrai, nato a Samarra il 28 luglio 1971 e 'califfo' dell'autoproclamato Stato Islamico (Isis), sorto nel giugno 2014 in alcuni territori tra l'Iraq nord-occidentale e la Siria orientale. Venne catturato a Falluja ed è stato prigioniero degli americani in Iraq per dieci mesi, fra febbraio e dicembre 2004. Al-Baghdadi si rivelò al mondo cinque anni fa. All'inizio del luglio 2014, poche settimane dopo che l'Isis aveva preso il controllo della città di Mosul, al-Baghdadi apparve in un video che lo ritraeva nella moschea Al-Nouri mentre pronunciava un sermone in cui ordinava ai fedeli musulmani riuniti di obbedirgli e si autoproclamava "califfo" di un territorio che si estendeva dalla Siria all'Iraq, ovvero dalla provincia di Aleppo fino a quella di Diyala. Da allora, si sono succedute le drammatiche e sanguinose tappe dell'ascesa e della caduta dello Stato Islamico.

Nel 2014 il massacro degli yazidi

Nell'agosto del 2014, i miliziani dell'Isis avviano nel nord dell'Iraq il massacro e la riduzione in schiavitù di migliaia di appartenenti alla minoranza religiosa degli yazidi, e cominciano a diffondere una serie di video nei quali vengono mostrate le decapitazioni di ostaggi occidentali. Nel settembre dello stesso anno, gli Stati Uniti danno il via ad una campagna di bombardamenti, colpendo anche la 'capitale' dell'Isis, Raqqa. Nel gennaio del 2015, lo Stato Islamico è all'apice della sua espansione territoriale, con il controllo di un'area di 88mila chilometri quadrati, tra la Siria occidentale e l'Iraq orientale, nella quale vivono quasi 8 milioni di persone. Le entrate dell'Isis ammontano a miliardi di dollari, grazie al contrabbando del petrolio, alle estorsioni e ai rapimenti di ostaggi. Nel marzo 2016, le forze militari del governo siriano riconquistano l'antica città di Palmira, che poi verrà persa di nuovo nel dicembre dello stesso anno e definitivamente riconquistata nel marzo 2017.

Mosul è stata liberata dall'Isis nel 2017

A luglio dello stesso anno, le forze irachene liberano Mosul, ma il prezzo pagato è altissimo. In 10 mesi di battaglia muoiono migliaia di civili, la città viene in gran parte distrutta e circa 800mila persone perdono le loro abitazioni. Nell'ottobre 2017, le Forze democratiche siriane (Sdf) riprendono il controllo di Raqqa, mettendo fine a tre anni di dominio dell'Isis. A dicembre, il governo iracheno dichiara la vittoria contro lo Stato Islamico, riprendendo il controllo del confine tra Iraq e Siria. A febbraio di quest'anno, il presidente Usa Donald Trump dichiara che l'Isis è prossimo alla sconfitta, dopo settimane di battaglia per la riconquista degli ultimi territori in mano jihadista, lungo il confine siriano-iracheno. Il 23 marzo, le milizie curde-siriane dell'Sdf annunciano la caduta di Baghuz, l'ultima roccaforte dell'Isis. E' "la totale eliminazione del cosiddetto califfato e la sconfitta territoriale al 100 per cento dell'Isis".

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