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Mercoledì, 24 Aprile 2024
TERRORISMO

L'ombra dell'Isis sulla morte del mullah Omar

Voci su una possibile scomparsa del capo dei taliban girano da mesi. Adesso dopo la diffusione della notizia si pensa subito all'Isis, che ha mire espansionistiche anche in Afghanistan

La notizia della morte del Mullah Omar ha fatto il giro del mondo in poche ore. Ma adesso arriva il momento delle conferme, perché un annuncio sulla morte del leader e fondatore del movimento talebano non basta. Ci vogliono fonti attendibili, perché con l'Isis alla conquista dell'Iraq e della Siria la scomparsa del numero uno della sharia in Afghanistan potrebbe avere ripercussioni fortissime. Per ora la conferma è arrivata dai servizi segreti afgani.

In realtà voci sulla sua morte girano da mesi e il sospetto è che ad alimentarle siano stato proprio gli esponenti talebani filo-Isis, nella speranza di ottenere consensi e poter così avviare una trattativa per una possibile alleanza tra taliban e Califfo. Intanto pochi giorni fa i guerriglieri afgani hanno diffuso un messaggio attribuito proprio al loro leader, che si diceva propenso a una trattativa con l'esercito nero, senza però risparmiare critiche. 

LA LEGGENDA DEL MULLAH - La riservatezza è sempre stata un'arma del mullah Omar, avverso alle apparizioni pubbliche e ostile nei confronti dei media, sia i propri che, ovviamente, quelli occidentali. Uno "stile" completamente diverso dal suo fratello di sharia, Osama Bin Laden, sempre presente nei rotocalchi attraverso i suoi famosi video messaggi. Ma questo personaggio rimane misterioso anche per i suoi più stretti alleati.

Nato a Kandahar, seconda città dell'Afghanistan dopo la capitale Kabul, ha combattuto nella guerra contro i sovietici e poi fondato quella scuola coranica in cui è nato e si è formato il movimento taliban. Lui ne sarebbe diventato leader perché avrebbe rinvenuto una tunica appartenuta al profeta Maometto. Quando il movimento conquista il potere in Afghanistan nel 1996 è lui a imporre quella rigidissima sharia, fatta di burqa, esecuzioni di massa dei dissidenti politici, pene capitali e legge del taglione. Nonostante fosse il leader supremo, non ha mai fatto un'apparizione pubblica e in pochissimi lo hanno visto dal vivo: dicono che sia alto due metri e che quell'occhio che gli manca se lo sia rimosso lui stesso con un coltello. Ma tutto ciò che lo riguarda rimane una leggenda.

Gli adepti lo descrivevano come un comandante di ventura medioevale: sotto il giaciglio teneva la cassa dell'Emirato, un forziere dove venivano depositati i quattrini per mandare avanti un embrione di stato. Era temuto anche grazie alla sua sanguinaria violenza, fatta di esecuzioni pubbliche giornaliere, decapitazioni e lapidazioni negli stadi, mentre per le strade si levavano le fiamme dei falò dei libri proibiti.

Il mullah Omar non era solo il capo di una corrente politico-religiosa, oggi in decadenza e minacciata dall'ascesa dell'Isis, ma era considerato soprattutto, al massimo della sua potenza, il maggiore leader dei pashtun, la più grande comunità tribale del mondo, l'etnia prevalente sui quasi mille e cinquecento chilometri di confine tra Afghanistan e Pakistan. Questo gli ha garantito consensi da una parte e dall'altra della frontiera. 

IL CONFRONTO CON L'ISIS - La riservatezza estrema del mullah ha alimentato la sua leggenda, diffondendo storie e racconti sulle sue epiche imprese o sul suo modo stravagante e violento di intendere la politica e la vita quotidiana. C'è anche chi da tempo sosteneva che fosse malato e così riservato proprio perché stesse cercando di curarsi. 

Nell’ultimo messaggio, Omar ha espresso critiche nei confronti dello Stato Islamico che sta cercando di inserirsi nella regione afghano-pachistana. Una manovra che ha fatto seguito a duri attacchi da parte del Califfo nei confronti proprio del capo talebano. Secondo gli islamisti dell’Isis i mujaheddin, a causa dell’assenza sulla scena del mullah, dovrebbero sentirsi liberi di agire, senza rispettare i vincoli con la vecchia gerarchia.

Adesso viene da pensare che dietro alla diffusione della notizia della morte (o dietro alla morte stessa, se verrà confermata) possa esserci l'Isis, le cui mire espansionistiche continuano a ingrandirsi. Ovviamente, però, ogni volta che si parla del mitico mullah c'è sempre quell'ombra di mistero che copre qualsiasi fonte, nonostante la sua attendibilità. 

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