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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Nel Belgio diviso in due la nazionale di calcio unisce il paese

Il paese è diviso tra Fiamminghi e Valloni. Ora la nazionale di calcio, grazie anche ai figli degli immigrati, è diventata un punto di riferimento e un elemento di unione

Ai due angoli opposti della press room, all'interno dello Stadio Re Baldovino, due gruppi di giornalisti circondavano i loro soggetti. Era il 15 ottobre, il giorno prima della partita del Belgio contro la Scozia per le qualificazioni ai mondiali del 2014, due dei giocatori più importanti della nazionale belga erano ricercatissimi.

Al primo angolo, Thomas Vermaelen, che gioca nell'Arsenal nella Premier League inglese, rispondeva alle domande nella sua lingua. All'angolo opposto Axel Witsel, uno dei giocatori più cari del mondo (il suo cartellino è costato 40 milioni di euro ai russi dello Zenit San Pietroburgo) , rispondeva anche lui alla folla di giornalisti nella sua lingua. Solo che la lingua non era la stessa.

Mentre Vermaelen commentava la partita del giorno seguente in fiammingo (la variante dell'olandese parlato in Belgio, nella regione delle Fiandre), Witsel parlava in francese, la lingua parlata dall'altra metà della popolazione. Stefan Van Loock, portavoce della federazione calcistica belga, spiega: "Organizziamo le interviste separatamente per chi parla fiammingo e per chi parla francese. Ma non tutti i giocatori parlano entrambe le lingue". E' il caso di Witsel, che sa solo il francese e di Vermaelen, che parla solo fiammingo.

Per la maggior parte delle altre squadre nazionali, la semplice idea che i suoi giocatori non parlino la stessa lingua è incomprensibile. Ma in Belgio le cose vanno così. Una generazione di nuovi talenti è cresciuta nel paese e sta scalando le gerarchie nei migliori team del mondo: Eden Hazard, Moussa Dembélé e Vincent Kompany, capitano del Manchester City campione d'Inghilterra.

La nazionale ha dovuto mettere da parte le differenze politiche e linguistiche che hanno traumatizzato la società belga negli ultimi anni. La squadra ha dimostrato una raro esempio di unità nazionale. Il Belgio è diviso, quasi "fratturato", tra le due comunità: i 6,5 milioni di fiammingo che vivono nella Fiandre, al nord, e i 4,5 milioni di valloni che parlano francese nella parte meridionale del paese.

"La differenza ora è una questione di soldi - dice Lieven De Winter, professore di Scienze politiche all'Università cattolica di Louvain - Le Fiandre sono una delle regioni più ricche d'Europa. La Vallonia lo era, ma ora non lo è più. E' lo stesso discorso della Catalogna". La situazione è peggiorata negli ultimi anni, con la possibilità concrete che il Belgio si dividesse in due. Quando i separatisti delle Fiandre hanno vinto una tornata elettorale nel 2007 è incominciata una crisi che è durata fino al 2011: per 541 giorni di fila il paese è rimasto senza governo, un record mondiale.

Oggi la nazionale di calcio è risorta nonostante le lotte intestine nel paese. La tradizione calcistica belga è notevole. Nel 1986 la squadra raggiunse le semifinali dei campionati mondiali in Messico. E il calcio, spiega il professor Winter, già allora fece sentire il suo peso: "I Valloni si sono sempre considerati belgi, i Fiamminghi no. Ma nel 1986 il 15% di Fiamminghi in più affermò di sentirsi belga". Potere del pallone.

Il paese sta cambiando e la nazionale di calcio, che è talentuosa come mai in passato, è un punto di riferimento. Sono emersi giocatori di talento nati da una seconda generazioni di immigrati. Il capitano Kompany, figlio di un congolese (il Congo è un ex colonia del Belgio) sono estranei alle rivalità valloni-fiamminghi. "Una piccola parte del paese è diventata più estremista sulle istanze indipendentiste, e questo ha avuto un effetto benefico sulla nazionale- spiega Kompany. La nazionale ha unito il resto della popolazione".

I belgi più patriottici sono ironicamente ora i figli degli immigrati, come Kompany e come Marouane Fellaini, figlio di genitori marocchini e stella dell'Everton. Marc Wilmots, allenatore della nazionale ed ex stella del calcio belga, esalta il capitano Kompany: "E' un patriota, ama il Belgio. Unisce Fiamminghi e Valloni". Fonte: New York Times

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